Con i quattro nati quest’anno il Veneto ospita ad oggi 24 empori solidali. Un servizio di distribuzione gratuita di generi alimentari per le famiglie in difficoltà. Ma non solo. Sono anche luoghi dove le persone possono incontrarsi. Avere un riferimento territoriale. Un servizio per il quale nel 2020 la Regione stanzierà 600mila euro. In italia sono diverse decine. Esempi virtuosi sono quelli di Piacenza e di Milano.

«L’emporio solidale è un servizio innovativo, nato dalla collaborazione tra associazionismo, non profit e istituzioni pubbliche. Sono una sorta di presidio territoriale anti povertà – dice l’assessore regionale al Sociale Manuela Lanzarin -, in quanto non si limitano a distribuire gratuitamente generi alimentari e prodotti di igiene, recuperati dalla media e grande distribuzione, ma offrono anche luoghi di aggregazione, esperienze educative e percorsi di inserimento, anche lavorativo».

I numeri delle famiglie sostenute lo scorso anno in Veneto attraverso questo servizio sono importanti. Oltre 70mile le tonnellate di alimenti redistribuiti. Con i nuovi nati si punta a dare supporto a molte altre famiglie. Si tratta dell’emporio solidale diffuso di Thiene Villaverla gestito dall’associazione vicentina Basta Sprechi, l’emporio di Vittorio Veneto gestito dall’associazione San Vincenzo de Paoli e due empori a Verona: l’emporio dell’Unità pastorale di Borgo Roma, gestito dalla parrocchia San Giovanni Battista Tomba Extra e l’emporio Buon Pastore dell’associazione Carità Gesù Buon Pastore onlus.

«L’aumento delle disuguaglianze e le nuove marginalità sociali si traducono anche in povertà alimentare ed educativa. Gli empori solidali veneti non sono solo minimarket di generi di largo consumo in distribuzione gratuita, ma soprattutto agenzie di integrazione ed inclusione sociale», ha detto l’assessore regionale al Sociale.