Enrico, Luca e Dante hanno gridato no alla camorra

Al posto dei colpi di pistola sulle vetrine delle pizzerie ora c’è affisso l’adesivo del Comitato di liberazione dalla camorra Area Nord di Napoli

Nella notte tra domenica e lunedì tre pizzerie di Frattamaggiore sono state oggetto di colpi di pistola. Secondo le ricostruzioni potrebbe trattarsi di una ritorsione contro chi non ha voluto pagare il pizzo ai clan della cittadina a nord di Napoli. Nei giorni successivi sono apparsi in città dei manifesti recanti la scritta “Fuori la camorra dalla nostra terra“. Ed è lo stesso messaggio che hanno gridato questa mattina i cittadini che sono scesi in strada accanto alle associazioni, agli esercenti che hanno denunciato il racket, ai tre pizzaioli destinatari di quel messaggio mafioso.

Una pizza che profuma di libertà. La pizza antipizzo, come l’ha definita il senatore Sandro Ruotolo. Non solo in senso figurativo, ma proprio in senso pratico. Dopo la passeggiata per le strade dove sono presenti le pizzerie colpite dagli spari, i pizzaioli frattesi hanno sfornato pizze in piazza per i cittadini frattesi e per quanti erano accorsi a sostenerli in questa opposizione al sistema camorristico. Al posto dei colpi di pistola sulle vetrine delle pizzerie Anema e Pizza, Palapizza e Sapureat ora c’è affisso l’adesivo del Comitato di liberazione dalla camorra Area Nord di Napoli. «Oggi siamo venuti a Frattamaggiore per dare un messaggio di solidarietà e vicinanza ma soprattutto per ringraziarli per il loro coraggio. Non li lasceremo soli, dove c’è la camorra si nega il futuro», ha dichiarato il senatore del Gruppo Misto, Sandro Ruotolo.

In piazza c’erano chiaramente i titolari delle tre attività colpite dagli spari. Enrico Di Pietro di Palapizza ha evidenziato che «noi siamo qui per portare avanti le nostre attività. Noi lavoriamo. Vogliamo fare solo il nostro lavoro, se ce lo fanno fare in pace». Il più diretto è Luca Piscopo di Anema e pizza. «Ai camorristi consiglio di andare ad imparare un lavoro e togliersi dalla strada. Noi siamo a disposizione per insegnargli il mestiere. Dico no alla camorra, dobbiamo essere liberi». Non si sono mai sentiti soli i pizzaioli frattesi. Dalla presenza del comitato di liberazione dalla camorra alle forse dell’ordine. Come evidenzia Dante Amarante di Sapureat, «il giorno dopo le forze dell’ordine ci hanno rassicurati. Bisogna lavorare per andare avanti, non impaurire le persone attraverso atti camorristici».

Redazione
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