Raccontare ai bambini le vittime innocenti di mafie attraverso le favole
Da Napoli a Palermo passando per Caserta. Quando si parla di vittime innocenti mafie queste sono tra le province più ricorrenti. Quando si parla di vittime innocenti si dice spesso – in errore – che si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato. Sono i mafiosi che si trovano nel posto sbagliato. Giancarlo Siani rientrava da una giornata di lavoro come cronista abusivo. Don Peppe Diana era nella sagrestia della sua chiesa dove si preparava per celebrare messa. Annalisa Durante camminava con le amiche tra i vicoli del suo quartiere. Sono queste le storie – assieme a quelle di don Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato – che la giornalista Angela Iantosca racconta ne Gli eroi di Leucolizia (Giulio Perrone, euro 15).
Di libri sulle vittime di mafie ne sono stati scritti molti. Diversi anche sulle singole persone raccontate dalla Iantosca. La particolarità de Gli eroi di Leucolizia sta nel tipo di narrazione scelta: la favole. Un modo per arrivare ai bambini. Non è mai troppo presto per far conoscere ai più piccoli la storia di chi si è battuto per il bene altrui. Di chi ha difeso i propri valori, le leggi. Di chi faceva il proprio lavoro. Non è mai troppo presto per metterei bambini in guardia dal cancro della società. A queste storie si aggiunge quella di Gaetano Saffioti, imprenditore e testimone di giustizia che apre il libro e fa da voce narrante alle storie delle vittime innocenti.
Non è la prima volta che Angela Iantosca racconta le mafie. Non solo in molti pezzi per le varie testate per le quali ha lavorato negli anni. La direttrice della rivista Acqua & Sapone ha già scritto di mafie in due libri. Entrambi sulla ‘ndrangheta. Onora la madre. Storie di ‘ndrangheta al femminile (Rubbettino, 2013) e Bambini a metà. I figli della ‘ndrangheta (Perrone, 2015).
Ciro Oliviero