La Corte di Giustizia Europea ha detto sì al velo islamico nei tribunali. Responso non positivo per quello integrale. La Corte di Strasburgo ha infatti dato il via libera ad indossare l’hijab, per non violare la libertà di religione. Non sarà consentito però indossare il burqa.

La Corte di Giustizia Europea ha condannato il Belgio. Lo Stato centreuropeo aveva impedito ad una donna di indossare l’hijab nell’aula di tribunale. Nella sentenza Lachiri contro Belgio, la Corte europea dei diritti dell’uomo, Strasburgo boccia il provvedimento che impediva alla donna di entrare in aula con un comportamento che per lo Stato europeo era irrispettoso dell’autorità giudiziaria. Nel ricordo la donna aveva scritto che il Belgio aveva violato l’articolo 9 della Convenzione europea. Quello che tutela la libertà di manifestare la propria religione. Partendo da questo assunto la Corte ha deliberato nei confronti della ricorrente.

Nelle motivazioni Strasburgo ha però evidenziato che le aule di giustizia sono assimilabili a luoghi pubblici e che quindi il principio di neutralità prevale sul credo religioso.

IN ITALIA
Più volte in Italia sono state presentate proposte di legge per vietare l’uso del velo. Anche dell’hijab che lascia il volto scoperto. Le motivazioni più ricorrenti riguardavano l’ordine pubblico. Tra i principali promotori di queste proposte esponenti della Lega.

Dal 2013 il 1 febbraio ricorre la giornata mondiale dedicata al velo islamico. Oggi, in occasione del World Hijab Day, l’Ordine degli avvocati di Genova ha organizzato il convegno “Il velo nella storia e nella giurisprudenza”. Tra gli ospiti Gabriella de Filippis (Il velo prima e dopo l’Islam), Rajae Bezzaz inviata di Striscia la Notizia  (Il velo nella cultura islamica) e Gianluca Menti (Il velo nella giurisprudenza italiana e comunitaria). Appuntamento alle 14.30 nella sala congressi del Centro di cultura, formazione e attività forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova.