Ida Romani ha avuto la possibilità di leggere la sua lettera indirizzata al parlamento nell’Aula del consiglio regionale delle Marche
«L’eutanasia è un diritto, non è detto che occorra farci ricorso ma va riconosciuto. È un percorso difficile che ci fa paura ma è giusto che ci sia e che sia riconosciuta da una legge dello Stato». Questo è un passaggio della lettera che Ida Romani ha scritto alle istituzioni. Una lettera – come riporta l’Agenzia Dire – in cui racconta della disabilità fisica gravissima dalla nascita di suo fratello. Nella missiva sottolinea che, nonostante il dolore, suo fratello riesce ad andare avanti perché ha una famiglia che lo supporta. Ma al contempo «ci sono persone che ci pensano e riteniamo che ci debba essere una legge che le tuteli nel momento in cui intendono prendere questa decisione con cognizione di causa».
LEGGI ANCHE: Le Marche dicono sì al suicidio assistito
La lettera, letta nell’Aula del consiglio regionale delle Marche, in cui viene sottolineata anche la difficoltà che le famiglie delle persone con disabilità hanno affrontato nella parte più acuta della pandemia. «Ci siamo ritrovati improvvisamente senza assistenza domiciliare, senza operatori e senza sapere come fare. E tutto questo non ha fatto altro che aggravare una situazione già grave. Siamo stati abbandonati dalle istituzioni anche se capisco non sia colpa loro bensì dell’emergenza ma occorre prepararsi alle emergenze», si legge nella missiva. Anche per questo, secondo Romani, deve esserci «una legge che ci deve essere per chi, anche con più difficoltà di mio fratello, ha il diritto di fare questo percorso con una persona accanto perché se io, ad esempio, volessi fare questo percorso con Nicola sarei accusata di omicidio e non è giusto, non devo andare fuori».
@dalsociale24