Si riapre discussione su end of waste tessile

Si riapre discussione su end of waste tessile

I carabinieri del Noe e la Dda di Firenze hanno smascherato una rete criminale collegata allo smaltimento di scarti tessili

Mille tonnellate di scarti tessili in tre mesi erano state ammassate in capannoni anziché essere smaltite. Questo hanno accertato i carabinieri del Noe coordinati dal pm Leopoldo De Gregorio. 19 le persone e 6 le aziende interessate dalle indagini preliminari della Dda di Firenze, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al compimento di un traffico organizzato di rifiuti, di truffa e di gestione illecita di rifiuti. Gli scarti tessili finivano in capannoni in disuso situati nelle province di Prato e Pistoia in Toscana. Ma venivano trasferiti anche in altre regioni, con la connivenza dei trasportatori. Verona, Vicenza, Padova, Rovigo e Salerno le altre città accertate. Grazie a questo sistema in soli tre mesi i truffatori si sono assicurati un guadagno di almeno 250 mila euro.

Il presidente della commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli, ha evidenziato che «tutto il territorio nazionale è interessato al traffico di rifiuti, dal nord al sud. Gli scarti tessili da Prato finivano sia in Veneto che in Campania». Altro punto riguarda la falsa documentazione e fatturazione. «Questo significa competenze professionali al servizio della criminalità, anzi della criminalità complessa dei rifiuti, e solo le grandi capacità investigative che possediamo ci permettono un vero contrasto. Un ulteriore dato di forte preoccupazione è di come venivano nascosti gli scarti tessili, in capannoni sparsi sul territorio e stipati all’inverosimile. E’ ovvio come il bruciare poi diventi la via per cancellare ogni traccia», ha aggiunto Vignaroli.

L’operazione di questa mattina ha riaperto il dibattito su un end of waste del settore tessile. Tema caro alla senatrice della commissione Ambiente, Emma Pavanelli, che ha presentato un disegno di legge per incentivare il riciclo e il riuso di materiali dei capi di abbigliamento. «Dobbiamo spingere quanto più possibile sulla rigenerazione degli scarti dell’industria tessile. Occorre però che questo lavoro sia affiancato dal Mite con decreti appositi sul riciclo della materia», ha detto la Pavanelli. La stessa senatrice ha ottenuto che nel Recovery Plan che fosse inserito «il recupero del 100 per cento del tessile e la creazione di textile hubs, il suppongo centri di raccolta e smistamento. Dobbiamo fare di più. Ricordo che dal 1 gennaio 2022 in Italia sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili».

@dalsociale24

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