Il Festival delle disabilità

Il Festival delle disabilità

Appuntamento domani a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli

Da sempre il Comune di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli ha riservato una particolare attenzione alle politiche sociali, offrendo pari diritti a tutti i cittadini. Percorrendo la strada dell’integrazione delle persone con disabilità già negli anni ’80 nacque la prima associazione di genitori e volontari per la tutela dei disabili, che negli anni ha portato sul territorio il progredire in servizi. Su queste basi l’amministrazione ha deciso di sposare il festival della disabilità organizzato dall’associazione Arcobaleno della vita onlus.

Abbiamo conosciuto Imma Pastena, presidente dell’associazione che da diedi anni lavora sul territorio, nonché ideatrice del festival della disabilità che si terrà venerdì 31 maggio presso il centro sportivo Pomilia di Pomigliano d’Arco.

Chi è Imma Pastena e da dove nasce la sua dedicazione al sociale?
«Imma Pastena è una volontaria da oltre vent’anni si è sempre distinta nell’aiuto al prossimo. Ero ragazza e già ai tempi della scuola cercavo, nei ritagli di tempo dopo lo studio, di essere di aiuto a chi ne aveva bisogno».

Come si fanno conciliare questo ruolo e la vita personale?
«Ho sempre sostenuto che volere è potere e anche se il ruolo di presidente spesso mi ruba tempo io cerco di fare del mio meglio per non accantonare i miei impegni personali».

Il nome della vostra associazione fa immaginare i colori dell’arcobaleno. Ce relazione c’è tra le sfide della vita e la scelta del nome della vostra associazione?
«Il logo dell’associazione Arcobaleno della vita ha per me un significato molto particolare. Infatti durante il terremoto in Emilia Romagna del 2012 un bambino in una tendopoli regalò a un mio volontario una spillina che raffigurava due omini, maschio e femmina, che si tenevano per mano. Ed io ho immaginato che il tenersi per mano fosse un segno di aiuto che alla fine scaturiva nella nascita di un arcobaleno. Da qui i colori della vita racchiusi in un arcobaleno».

Come le è nata l’idea di creare il festival dei diversamente abili che si svolgerà il prossimo 31 maggio?
«Ho sempre pensato che per le fasce deboli, e in special modo i disabili, non si facesse mai abbastanza. L’idea di renderli protagonisti per un giorno esaltando le loro abilità psico-fisiche mi ha entusiasmato. Immaginare il loro volto nel momento della premiazione per me è sinonimo di vita, è voglia di pensare che la disabilità non è un limite ma anzi, è da lì che riparte tutto trasformando la propria disabilità in creatività e voglia di andare oltre le proprie capacità. Poi di esempi ne abbiamo tantissimi come Alex Zanardi, Bebe Vio e tanti altri».

Immaginiamo il lavoro organizzativo e le chiediamo come è stato coinvolgere le diverse realtà associative che ne prenderanno parte?
«E’ stato difficile ma ho avuto la straordinaria collaborazione dell’amministrazione comunale di Pomigliano d’Arco nella persona dell’assessore alle Politiche sociali Mattia De Cicco e il sostegno prezioso di tante associazioni i cui presidenti non hanno esitato un attimo a dirmi di sì. Ma soprattutto i disabili hanno risposto presente al mio appello e ognuno di loro ha mostrato stupore quando hanno saputo che erano stati convocati per il ritiro di un premio».

Sui sociale ha scritto che sarà una giornata di gioia per tutti. Sarà così, ma cosa si aspetta dopo questo evento?
«Mi aspetto che le istituzioni che presenzieranno si renderanno conto che è arrivato il momento di dare più spazio a questa fascia sociale, di presentare più leggi a loro favore e di istituire più tavoli della disabilità nelle varie città della regione. Auspico la nascita di un Garante Regionale per la disabilità e spero che i disabili abbiano più spazio e più considerazione. Da loro infatti si può imparare molto, anzi moltissimo. Per me sono una forza della natura».

Il messaggio che il festival intende lasciare.
«E’ un messaggio di speranza non solo per gli stessi disabili ma anche per le associazioni che cercano ogni giorno di assistere questa fascia debole. Abbiamo bisogno di fondi e abbiamo bisogno di leggi nuove. Spero che lasci un ricordo indelebile in questa città aperta alle politiche del fare e mi auguro che sia la prima edizione di tantissime altre alle quali si potranno aggregare altre associazioni e fare in modo che la premiazione sia estesa a tutti i disabili d’Italia. Sarà la festa dei Super Abili perché per me non so disabili ma Super Abili. Eroi che ogni giorno combattono per affermare i loro diritti e soprattutto per non far crollare il proprio entusiasmo di fronte alle difficoltà. Almeno per un giorno vedrò il loro sorriso sul volto e io come sempre avrò gli occhi lucidi. In questa prospettiva ci auguriamo che ogni Super Abile, al di la delle proprie abilità diverse, possa esprimersi con le sue più svariate sfumature di colori, ritrovando la propria essenza ed il proprio valore di cui solo l’artista conoscere il vero significato».

Maria Rosaria Ricci

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