Nel 2019 Azione contro la Fame ha supportato quasi 9 milioni di persone
Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 il 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. Un’occasione per sensibilizzare i cittadini su situazioni che ci riguardano molto più di quanto si creda. Come l’accesso all’acqua e la sostenibilità degli habitat acquatici. Sono tanti poi i problemi locali, regionali e globali legati all’acqua. Un bene primario che può essere fonte di sviluppo sostenibile.
Il direttore generale di Azione contro la fame, Simone Garroni, «senza accesso all’acqua pulita e potabile, non c’è igiene. E laddove non c’è igiene, si registra, inevitabilmente, un tasso più elevato di malattie». Un problema che riguarda diverse aree del mondo. E che durante l’emergenza sanitaria che stiamo attraversando diventa ancora più centrale. Un problema dal quale scaturisce anche la malnutrizione di un bambino su due. E che nel 27 per cento dei bambini sotto i 5 anni è causa di malattie come polmonite, malaria, diarrea.
Oltre 1,8 miliardi di persone bevono acqua da fonti contaminate. Oltre l’80 per cento delle acque reflue ritorna nell’ecosistema senza depurazione. £ miliardi di persone non dispongono di servizi per il lavaggio delle mani con acqua e sapone a casa. Nel 2019 Azione contro la Fame ha supportato quasi 9 milioni di persone con programmi di acqua e igiene. Un incremento del 42 per cento rispetto all’anno precedente. Trend in aumento soprattutto in Pakistan (+ 97,6) e Kenya (+ 97,5).
«Occorre – ha detto Simone Garroni – salvaguardare ben 821 milioni di persone nel mondo che, ancora, soffrono la fame e che, a causa di un sistema immunitario fortemente indebolito, rischiano di non sostenere gli effetti di un eventuale contagio da Coronavirus».