L’intervista al presidente di Let’s do It! Italy, Vincenzo Capasso
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente del 1972. Il tema ambiente è tornato ad essere al centro del dibattito anche durante la pandemia. Ne abbiamo parlato con il presidente di Let’s do It! Italy, Vincenzo Capasso.
Secondo la sua esperienza, dal 1972, come è cambiato l’approccio delle persone all’ambiente?
«In quegli anni la raccolta differenziata non esisteva. Neanche nelle realtà più avanzate in termini di tutela ambientale. Il problema dell’inquinamento non era ai livelli ai quali si è giunti nell’ultimo decennio. Oggi esistono programmi di educazione ambientale nelle scuole, sistemi di raccolta differenziata, luoghi plastic free. Quello che ogni anno registriamo è sempre un maggiore interesse da parte dei giovani verso le tematiche ambientali. Un esempio su tutti sono gli scioperi per il clima. Ma anche nella partecipazione alle nostre azioni di pulizia il numero è sempre crescente».
La pandemia ha dimostrato come il binomio salute-ambiente debba essere posto al centro delle politiche nazionali ed internazionali.
«Il lockdown ha fatto emergere molte delle cause dell’inquinamento. Basti pensare che l’area maggiormente colpita dall’emergenza sanitaria in Italia, la pianura Padania, è una delle più inquinate d’Europa. Questo deve portarci ad una riflessione profonda sull’impatto dell’ambiente circostante sulla salute. E deve spingere gli attori decisionali, il governo, ad investire maggiorente sulle bonifiche e ad accelerarne il processo. lla riduzione
Il lockdown aveva restituito un ambiente meno inquinato, che con la riapertura non ha retto. Come si può intervenire su questo punto?
«La chiusura delle aziende, la riduzione dei trasporti e degli spostamenti per motivi di lavoro hanno impattato in maniera significativa. Abbiamo visto le acque dei nostri mari e fiumi risplendere. Un esempio su tutti è quello del fiume Sarno, in Campania. Nonostante sia il fiume più inquinato d’Europea era tornato ai suoi colori naturali. Questo è sintomatico dal fatto che il modello di sviluppo economico e produttivo ha bisogno di una trasformazione radicale che tenga conto dell’impatto ambientale».
Il 19 settembre si terrà il terzo World Cleanup Day. Quali saranno le novità di questa edizione?
«Quest’anno concentreremo le nostre forze sul digital cleanup, che abbiamo già testato in occasione della Giornata della Terra con buoni risultati. Ci saranno appuntamenti di educazione ambientale nelle scuole. Per quel che concerne le azioni di pulizia saranno organizzate in spazi ampi e con un numero limitato di persone in modo da garantire il rispetto delle disposizioni sanitarie. Al momento i partner che hanno già confermato la propria adesione al World Cleanup Day del 19 settembre sono Legambiente con Puliamo il mondo, Let’s Cleanup Europe di Aica e Decathlon».
Stefano Malla