Domani è previsto il rimpatrio della salma
Il 20 luglio Mario Paciolla avrebbe dovuto prendere un volo che dalla Colombia lo avrebbe riportato in Italia. Un mese prima del termine della sua missione per l’Onu. Quel giorno Mario non ha preso quell’aereo perché era morto. Il 15 luglio è stato trovato senza vita nella sua casa a San Vicente del Caguán. Dopo oltre una settimana dalla sua morte ancora non ci sono sviluppi sostanziali sulla vicenda.
L’unica certezza, ad oggi, è che Mario aveva avuto qualche problema con i suoi capi. Qualcosa è accaduto il 10 luglio. Come lui stesso aveva raccontato a telefono a sua madre. Come sua madre ha raccontato subito dopo avere appreso la notizia della scomparsa di Mario. Secondo quanto riporta Claudia Julieta Duque sul quotidiano colombiano El Espectator Mario Paciolla era preoccupato di come la missione stesse gestendo la pandemia.
Sul corso di Mario sono stati effettuati diversi esami post mortem. Per le analisi tossicologiche i tempi sono lunghi. Risulta strano che non ci sia ancora il referto delle autopsie. Ne sono state effettuate due. Una da parte delle autorità colombiane ed un’altra richiesta da quelle italiane. Come ha ricordato poche ore fa al Senato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio rispondendo alle interrogazioni a risposta immediata dei senatori Ruotolo (Misto) e Farrara (M5S).
Sono in corso le indagini della polizia locale colombiana. Seguono il caso anche il procuratore nazionale ed un magistrato specializzato. Al contempo la Nazioni Unite hanno avviato un’indagine interna. Anche la magistratura italiana ha aperto un fascicolo. Domani è previsto il rimpatrio della salma.
Ciro Oliviero