La decisione della città tedesca esenta scuole, ospedali, asili, case di riposo
Crisi sociale, ambientale, economica. Non sono compartimenti stagni. Sono tutti collegati. Sul alcuni punti chiave ancor di più. Come nel caso della crisi del gas. La guerra in Ucraina e la frizione di molti Paesi europei con la Russia hanno portato alcuni Paesi (Italia compresa) a cercare approvvigionamenti di gas altrove. Ci sono però delle strade alternative. Come quella messa in campo da una città tedesca. Hannover taglia i riscaldamenti per affrontare la crisi del gas. Nell’immediato è stata sospesa l’erogazione di acqua calda negli edifici pubblici. Così come sono state chiuse le fontane e sono stati spenti i musei. Questo inverno Hannover taglia i riscaldamenti. Il limite massimo sarà impostato a 20 gradi.
Hannover è la prima città europea ad adottare questo provvedimento. Una decisione che esenta scuole, ospedali, asili, case di riposo. Una scelta che per il governo della città è necessaria. Sia per i motivi elencati in attacco del pezzo. Sia per la scelta dei leader europei di una riduzione di utilizzo del gas russo del 15 per cento rispetto all’ultimo anno. Questa decisione serve inoltre a contrastare la crisi economica di cui sopra. Il prossimo autunno i costi dell’energia, e dunque anche del gas aumenteranno. Ancora non si conoscono i rincari che troveremo in bolletta ma saranno salati. Non è chiaro neanche ai governi. Proprio ieri il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeckn, ha confermato che «non sappiamo quanto il gas costerà in autunno, ma la cattiva notizia è che sarà di sicuro nell’ordine di alcune centinaia di euro a famiglia».
LEGGI ANCHE: Siccità, Fawell: Regioni in ritardo
Già oggi i costi sono lievitati. Le spese aggiuntive per l’energia ammontano a 35 euro al mese a famiglia. Quelle per la mobilità sono aumentate di 10 euro. Hannover sta facendo scuola. Almeno in Germania. Come riportato dalla Bild, nelle prossime settimane Monaco di Baviera toglierà l’acqua calda agli uffici pubblici. Lipsia sta lavorando ad un piano salva-energia. Berlino spegnerà progressivamente 200 musei. Le percentuali di fabbisogno sono simili a quelle dell’Italia, che però non sta lavorando ad alcun piano di riduzione dei consumi.