I rifugiati di guerra in scena con Pasolini

I rifugiati di guerra in scena con Pasolini

L’immigrazione trattata attraverso i profetici versi di Pasolini e la bravura di italiani e rifugiati in uno spettacolo di Antonio Grimaldi

Cirri con occhietti curiosi, a tratti smarriti, in un cielo terso. Sulla locandina di Annapaola Montuori c’è poesia, interpretazione, voglia di scoprire la vita. C’è tutta l’opera teatrale di Antonio Grimaldi che stasera, in provincia di Salerno, porterà in scena rifugiati politici che reciteranno, assieme ad altri giovani attori, la loro storia di immigrati attraverso i versi di Pier Paolo Pasolini.

Perché quelle nuvolette in mezzo al cielo, sono quei migranti in mezzo al mare, tanto pazzi da partire verso l’ignoto, tanto coraggiosi da viaggiare per cercare la bellezza della vita dove nelle loro terre martoriate non è ancora stata scoperta.

Perché “come pazzi in mezzo al cielo”, nel loro mare di speranza hanno navigato anche Bamusa Conte e Paulin Kaffi, i rifugiati che andranno in scena con altri dodici attori al MoA di Eboli.  Bamusa, giovane atleta originario del Gamba giunge in Italia dopo l’arresto del padre e la scomparsa del fratello, Paulin studente in Giurisprudenza, dopo mille peripezie tra i vari Stati africani, arriva sulle coste italiane per continuare a poter realizzare i suoi sogni. Non arrivano a trent’anni, arrancano con l’italiano ma il loro percorso teatrale ha avuto una valenza introspettiva molto significante per la loro evoluzione personale.

«Mi sono battuto tanto perché ci fossero rifugiati di guerra nel nostro spettacolo, non possiamo raccontare il viaggio dell’immigrato senza gli occhi di chi si è messo in viaggio davvero. I versi di Pasolini, che ai suoi tempi è stato uno dei pochi poeti italiani a scriverci quanto sarebbe accaduto oggi sulle coste italiane ed europee, e le emozioni di Bamusa e Paulin sono un connubio emozionale molto forte, di cui mi fregio di poter dirigere» spiega Antonio Grimaldi, direttore Teatro Grimaldello.

Grimaldi, per le sue opere ha coniato “il metodo Pasolini”, per leggere la realtà attraverso i suoi versi anticipatori dei nostri tempi. Anche il pasoliniano Alì, dagli occhi azzurri ritrovato in molti dei suoi scritti insegna la storia di ieri, per poterla cambiare oggi. Alì, dagli occhi azzurri è nel cielo della locandina, nello spettacolo di stasera, nell’impegno degli attori.

Carmen Cretoso

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