Il Giappone riprenderà ad uccidere le balene per scopi commerciali. E così per un passo avanti che si compie verso il rispetto di flora e fauna, improvvisamente se fanno cento all’indietro. La notizia, che segue di pochi mesi la decisione dell’Iwc di respingere la richiesta di Tokyo di riprendere la caccia alle balene per scopi commerciali,sta già facendo il giro del mondo creato scompiglio tra gli ambientalisti e gli animalisti. Ma non bisogna fa parte di una chiara categoria per non poter restare perplessi di fronta alla decisone del governo giapponese.

Non bastano le rassicuzione del portavoce Yoshihide Suga che fa sapere “La caccia alle balene a scopo commerciale sara’ permessa solo nelle acque territoriali e nella zona economica esclusiva del Giappone mentre sara’ vietata la caccia alle balene nelle acque dell’Antartide e nell’emisfero australe” ,per il mondo intero è uno schiaffo alla civiltà in nome di beceri guadagni.

Ricordia che l’Iwc nasceva 70 anni fa per garantire la preservazione da questi cetacei ed evitare la caccia indiscriminata negli oceani. Il Giappone entrava nella Commissione Internazionale nel 1951 e nel 1982 aderiva alla moratoria internazionale indetta dall’organizzazione. Cinque anni piu’ tardi, il Giappone annunciava l’avvio della caccia alle balene nelle acque dell’Antartide per “scopi scientifici”, ma nel 2014 questo tipo di attivita’ fu vietata dalla Corte Internazionale di Giustizia.

La caccia alle balene per scopi commerciali e’ stata sospesa, invece, nel 1988, e sei anni piu’ tardi, il governo di Tokyo ha dato il via libera alla caccia alle balene a scopo di ricerca nell’Oceano . Oggi la decisione più amara.

Carmen Cretoso