«Questo documento sancisce la fine degli Stati nazionali, perché dichiara che chiunque abbia voglia di lasciare il proprio paese – ha detto prima di entrare in aula per la discussione sul Global compact, Giorgia Meloni – può venire qui e noi dobbiamo accoglierlo, eliminando la distinzione tra rifugiati e migranti economici». E proprio nel corso della dichiarazioni di voto alla Camera sul Global compact in materia di migrazioni Ivan Scalfarotto ha detto che «è un documento di buon senso, che non tocca in alcun modo la sovranità nazionale, e quando si metterà in modo andrà avanti con o senza di noi», aggiungendo che «non prendiamo lezioni di diritti umani dagli Stati Uniti di Trump, dall’Ungheria di Orban o dal Brasile di Bolsonaro». C’è chi guarda agli Stati Uniti invece, anche se a quelli della Costituente, come la deputata di Leu Giuseppina Occhionero, la quale ha dichiarato, in corso di dibattimento, «pensiamo alla Costituzione degli Stati Uniti, un grande paese che ha accolto in passato migranti da ogni parte del mondo, e a quella italiana che, all’articolo 35, sancisce il diritto a emigrare», aggiungendo che «il Global compact è una guida che cerca di individuare i valori comuni per degli Stati membri dell’Unione».

Nonostante varie prese di posizione di una parte dell’opposizione alla fine è passata la linea del maggioranza di non prendere posizione sul tema e rimandare la decisione sul Global compact. Una presa di posizione dal M5S a sostegno dell’accordo è arrivata. Il presidente della Camera Roberto Fico, nel discorso di auguri all’Associazione stampa parlamentare, ha sottolineato l’importanza di questo accordo tra gli stati membri dell’Ue.




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