Secondo la Corte di Giustizia europea è in contrasto con l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la direttiva 2011/98
Per diversi anni le autorità italiane hanno rifiutato la concessione del bonus bebè e dell’assegno di maternità a diversi cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno. Il rifiuto è stato motivato sottolineando che i richiedenti non sono titolari dello status di soggiornanti di lungo periodo. Secondo la Corte di Giustizia europea l’esclusione è illegittima, in quanto in contrasto con l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la direttiva 2011/98, la quale riconosce il diritto alla sicurezza sociale a tutti gli stranieri con un permesso di soggiorno, anche breve, purché consenta di lavorare.
La sentenza depositata oggi dalla Corte Ue mette fine ad un contenzioso che si è trascinato per diversi anni nei tribunali italiani. A denunciare i fatti erano stati dapprima enti territoriali, come la Cgil di Brescia e Bergamo e l’Inas Cisl di Milano. Poi è intervenuta l’Asgi, che ha seguito l’iter giudiziario fino alle Corte Ue per i nove cittadini stranieri che avevano fatto ricorso. La sentenza chiarisce che l’Inps dovrà versare le prestazioni a tutti gli stranieri che avevano fatto domanda e se l’erano vista respingere.
LEGGI ANCHE: Trento deve cambiare legge alloggi pubblici
Alberto Guariso, l’avvocato dell’Asgi che ha seguito i ricorrenti, ha evidenziato che «la sentenza conferma che il diritto dell’Unione può dare un contributo importante alla affermazione dei principi di uguaglianza ma spiace constatare che per molti anni la metà delle mamme e delle famiglie straniere sono state illegittimamente escluse – per ragioni puramente ideologiche – da importanti prestazioni di sostegno che avrebbero garantito un maggiore integrazione sociale, con beneficio non solo per gli stranieri ma per l’intera collettività».
Da gennaio 2022 le due prestazioni saranno assorbite dall’assegno unico che non presenta più la limitazione oggi dichiarata illegittima, ma che ancora non prevede una chiara estensione a tutti gli stranieri destinatari della direttiva 2011/98, rischiando di innescare nuove incertezze e nuovi contenziosi. Vi sono però altre prestazione, come il bonus asili nido, che sono riservate ai soli lungosoggiornanti. Ora il Parlamento sarà chiamato a legiferare per evitare che la Corte di Giustizia Ue possa decretare ulteriori condanne all’Italia.
@dalsociale24