L’indagine è stata condotta da Paolo Venturini del centro studi Aiccon dell’Università di Bologna
Terzo settore non è sinonimo di volontariato. Le cooperative e le imprese sociali sono realtà imprenditoriali a tutti gli effetti. Gli enti del terzo settore rappresentano l’8 per cento delle imprese italiane. Sono 350.492 per un totale di 844.775 dipendenti. Uno dei pochi in crescita prima dell’emergenza sanitaria. Non solo sul piano sociale, ma anche economico. Questi i numeri emersi dall’indagine di Paolo Venturini del centro studi Aiccon dell’Università di Bologna per il Forum nazionale del Terzo Settore. I numeri sono stati illustrati nel corso della seconda edizione dei Cantieri ViceVersa, che ha preso il via alle 14.30.
Dei 63 soci su 84 del Forum Nazionale del Terzo Settore, il 72,2 per cento prevede una diminuzione di contributi e donazioni. Quasi la metà (il 35,2%) prevede una forte riduzione. Oltre la metà di questa realtà registra una diminuzione di entrate costituite da rapporti con la pubblica amministrazione come la fornitura di servizi. Gli enti del terzo settore incamerano meno risorse in un periodo in cui cresce la povertà. Fattore che spinge dunque più persone a rivolgersi a loro per beni di prima necessità.
Gli stessi enti individuano gli strumenti finanziari di cui necessiterebbero per superare questa flessione. Il 79,6 per cento chiede contributi a fondo perduto, mentre il 44,4 un anticipo del 5 per mille. Oltre il 70 per cento esprime insoddisfazione per la risposta degli istituti di credito. Stessa percentuale di insoddisfazione anche nei confronti del governo. L’indagine è stata condotta prima dell’emanazione del dl Rilancio.