L’obiettivo di questo percorso comune è rilanciare il tema del lavoro per le persone svantaggiate, come chiave di sviluppo e di superamento dell’emergenza
Favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone in condizione di svantaggio e vulnerabilità, con particolare riferimento alle persone con disabilità. Questa la base dell’accordo ratificato ieri tra Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti e Croce Rossa Italiana. L’obiettivo di questo percorso comune è rilanciare il tema del lavoro per le persone svantaggiate, come chiave di sviluppo e di superamento dell’emergenza. La sola Uici ne rappresenta circa due milioni. Nel prossimo anno i volontari daranno seguito ad una collaborazione già avviata con lo scoppio della pandemia. Daranno sostegno alle persone non vedenti e ipovedenti in condizione di svantaggio e vulnerabilità attraverso la consegna a domicilio di spesa e farmaci.
L’accordo prevede poi tre nuove azioni. Una riguarda l’accompagnamento e l’orientamento al lavoro delle persone con disabilità. Sarà costituito un presidio per ogni regione. La seconda riguarderà un sistema di matching tra domanda e offerta di lavoro sul territorio, che Croce Rossa implementerà con la collaborazione di aziende, enti di formazione, associazioni di categoria, enti del terzo settore, sia a livello nazionale che locale, e coinvolgendo le sezioni Uici per recepire le situazioni di bisogno, anche attraverso un portale dedicato. Terzo passaggio l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione per promuovere l’inclusione sociale.
«Un impegno a tutto campo sui temi dell’inclusione lavorativa come elemento cardine per lo sviluppo e la sicurezza delle nostre comunità e per vincere la lotta alla povertà e all’emarginazione. Da sempre cerchiamo di raggiungere e dare risposte ad ogni tipo di vulnerabilità, volendo essere ovunque per chiunque», ha sottolineato il presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca.
«L’inclusione lavorativa è la chiave di volta per affermarne la piena cittadinanza e per questo coinvolgeremo tutte le nostre sezioni territoriali, certi che il mondo della disabilità visiva ha tanto da dare in termini di competenze inespresse e di capacità di attivazione, in una logica di reciprocità», ha evidenziato il presidente dell’Uici, Mario Barbuto.
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