Il caso riguarda i valori limite tra il 2010 e il 2018 per le città di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma e Genova
Nel dicembre 2020 l’Alta Corte britannica ha stabilito che nel 2013 la piccola Ella Adoo-Kissi-Debrah è morta ufficialmente anche per «inquinamento atmosferico essendo esposta a livelli di biossido di azoto molto alti». Questo caso è stata l’ennesima riprova che l’inquinamento atmosferico uccide. Per questo la condanna dell’Italia per il mancato rispetto del valore limite annuale di biossido d’azoto, è ancora più preoccupante.
La sentenza della Corte di giustizia Ue ha dichiarato che il fattore inquinante dell’aria è nocivo per la salute. Il caso riguarda i valori limite tra il 2010 e il 2018 per le città di Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, Roma e Genova. La Corte non ha ritenuto accettabili le giustificazioni dell’Italia circa «le difficoltà strutturali legate ai fattori socio-economici, gli investimenti di grande portata da mettere in opera, la tendenza al ribasso dei valori di diossido di azoto, i tempi di attuazione necessariamente lunghi dei piani adottati, le tradizioni locali, la presenza di cofattori causali esterni quali la configurazione orografica di certe zone e la circolazione dei veicoli diesel».