Nella classifica Eu Gender Equality Index l’Italia resta ancora all’ultimo posto
Le donne che lavorano nei Paesi Ue sono meno degli uomini. A certificarlo è la stessa Commissione Europea. Dal rapporto sul gender gap in campo occupazionale emerge che il divario è dell’11 per cento. A fronte di un’occupazione femminile al 68,2 per cento quella maschile arriva al 79,2. Va anche peggio nel divario retributivo, dove la forbice è del 16 per cento. Nel 2017 le donne che lavorano nei Paesi Ue guadagnavano in media il 16 per cento in meno all’ora rispetto agli uomini. Nel 2014 la differenza retributiva era stata del 39,6.
Il calcolo viene realizzato sulla base di tre fattori: retribuzione oraria inferiore, meno ore di lavoro, tassi di occupazione più bassi. Il divario retributivo di genere va da meno dell’8 per cento in Belgio, Italia (5,3%), Lussemburgo, Polonia e Romania ad oltre il 20 in Repubblica Ceca, Germania, Estonia e Regno Unito. Un divario retributivo di genere inferiore in alcuni paesi non significa automaticamente che le donne in generale siano retribuite meglio. Il reddito medio delle donne nel nostro Paese rappresenta infatti circa il 59,5 per cento di quello degli uomini.
Le posizioni dirigenziali sono quasi sempre appannaggio degli uomini, che sono davanti anche nelle promozioni. E di conseguenza pagati meglio. In Italia solo il 6,3 per cento delle donne è Ceo di un’azienda. Una donne su tre passa a contratti part-time. Tra gli uomini uno su dieci. La discriminazione retributiva, sebbene illegale, continua a contribuire al divario retributivo di genere.
Nonostante gli sforzi fatti nell’ultimo decennio siamo ben lontani dalla parità di genere in ambito lavorativo. L’Italia ha registrato i maggiori progressi nel colmare il gap occupazionale di genere tra il 2005 e il 2017. Nella classifica Eu Gender Equality Index resta però ancora ultimo a livello europeo sulle questioni di genere nel mondo del lavoro, come la presenza di asili nido. Il prossimo 29 ottobre l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere presenterà il nuovo quadro completo dell’uguaglianza di genere nei Paesi Ue.