Nel decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 la norma sull’Iva al terzo settore è stata fatta slittare di due anni
Negli ultimi mesi nel terzo settore aveva tenuto banco la questione Iva. Il governo aveva deciso di applicarla anche agli enti che operano nel sociale. La nuova norma prevede l’esenzione per i soli servizi nei confronti dei propri soci. In sostanza le organizzazioni del terzo settore sarebbe costrette ad aprire la partita Iva, entrando in un sistema di rendicontazione difficile da sostenere per il mondo del volontariato, del non profit e dell’associazionismo. Nel decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 la norma è stata fatta slittare al gennaio 2024. Rinviata di due anni insomma, ma non abrogata. Una buona notizia, in parte.
«Il governo ha dimostrato in tal modo di aver compreso il ruolo centrale svolto dal terzo settore nell’economia sociale di questo Paese, riconoscendo il valore del contributo fornito dai volontari a tutela degli interessi e dei bisogni di una moltitudine di persone che necessitano di assistenza e sostegno», si legge in una nota congiunta delle 53 tra associazioni e federazioni di pazienti riunite nel network Associazioni in Rete. Al contempo è stata chiesta l’apertura di «un tavolo di confronto per trovare delle soluzioni che possano salvaguardare l’operatività delle associazioni senza costringerle ad ulteriori e costosi adempimenti burocratici».
La Portavoce del Forum del Terzo Settore, Vanessa Pallucchi, ha invece affermato che «la norma va abrogata. E serve subito un tavolo con i ministeri competenti per una riforma che attendiamo da anni».
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