Ecco perchè oggi non si può chiamare festa
Oggi è la non festa della donna. Come ogni giorno. Oggi è ancora emergenza sociale. Come ogni giorno. Non servono molte parole, perchè a parlare sono i dati. Allarmanti. Di una società che uccide una donna ogni settantadue ore. E che oggi non può permettersi di festeggiarla.
Sono 3100 le donne uccise dal 2000 a oggi, più di 3 a settimana. È quanto emerge dall’aggiornamento statistico sul fenomeno curato da Eures, ricerche economiche e sociali. Dal primo gennaio 2018 i femminicidi sono saliti al 37,6% del totale degli omicidi commessi nel nostro Paese, con un 79,2% di femminicidi familiari e un 70,2% di femminicidi di coppia. Si registra un progressivo aumento dell’età media delle vittime, che ha raggiunto il suo valore più elevato proprio lo scorso anno: 52,6 anni per il totale delle donne uccise e 54 anni per le vittime di femminicidio familiare.
Tra il 2000 e i primi mesi di quest’anno le donne uccise salgono a 3.100, una media di più di tre a settimana. E in quasi tre casi su 4(il 72%) si è trattato di donne vittime di un parente, di un partner o di un ex. Secondo Eures la coppia rappresenta l’ambito più a rischio per le donne, con ben 1.426 vittime di coniugi, partner, amanti o ex partner. Ecco perchè anche in una giornata come quella di oggi andrebbe celebrato il coraggio di chi ha deciso di denunciare violenze, anche psicologiche, e di chi è messaggera d’amore. Quello vero. Quello che non uccide. Solo celebrandone il coraggio si può far riflettere e far decidere i più giovani da che parte stare.
Carmen Cretoso