Caporalato e sfruttamento del lavoro. Questi i reati contestati alla cupola criminale smascherata a Latina dalle indagini della polizia di Stato. Centinaia i migranti impiegati come braccianti agricoli ridotti in condizioni disumane.

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta poco fa nella questura di Latina sono stati illustrati i dettagli dell’operazione “Commodo”. Dalle indagini è emerso che i migranti venivano trasportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati. Come la cronaca ha più volte raccontato i braccianti erano costretti a lavorare dodici ore al giorno. Pagati la metà del minimo sindacale previsto dal contratto nazionale. Gli inquirenti hanno dimostrato che il sistema si reggeva grazie alla copertura di un sindacalista ed un ispettore del lavoro, destinatari di una misura cautelare. In totale sono sei gli arrestati.

I NUMERI DELL’OPERAZIONE
Sequestro di 5 abitazioni, 3 depositi, 3 appezzamenti di terreno, 9 autovetture, 36 tra furgoni e camion, 1 società cooperativa, 4 quote societarie e numerosi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

Questa vittoria della @poliziadistato e dello Sco non la troverete nel quotidiano #BollettinoSovranista che il #MinistrodellaMalaVita tiene sulle sue pagine social.Per questi arresti Salvini non festeggerà e non indosserà alcuna divisa. #Latina #Caporalato https://t.co/4dUsJkR3IS

— Roberto Saviano (@robertosaviano) 17 gennaio 2019

LE REAZIONI POLITICHE
«Oggi è stata ridata dignità a centinaia di persone vittime di un sodalizio criminale. Contro il caporalato mai abbassare la guardia», ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori.

«Sconcerta che all’interno di questa organizzazione fossero coinvolti anche un sindacalista e un funzionario dell’Ispettorato territoriale del Lavoro. Tolleranza zero per il caporalato, basta speculare sulla pelle dei disperati», ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.