Il San Camillo ha ritirato il documento sui diritti degli studenti trans e sospeso il corso di formazione previsto per settembre
L’Italia sembrava aver fatto un passo in avanti sulla variazione di genere, sui diritti delle persone trans. Il “Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica” dell’ospedale San Camillo di Roma aveva inviato all’Istituto scolastico regionale un documento con le linee guida per il benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere. Un vademecum che, tra l’altro, prevedeva bagni e spogliatoi appositi per gli studenti trans. Era già stato calendarizzato per il 9 settembre un webinar formativo su queste tematiche. Ieri mattina in molti hanno dato la notizia.
Sembrava, appunto, un passo verso il riconoscimento dei diritti delle persone trans. La notizia ha scatenato polemiche ad ogni livello. Soprattutto sul fronte politico. Dalla Lega che, attraverso il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, aveva parlato di «una inaccettabile apertura sulla questione relativa all’identità di genere». E dal Family Day che aveva definito il «documento intriso di ideologia, che dà per scontate controverse teorie sulla fluidità dell’identità». Tanto da spingere l’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini a ritirare il documento e sospendere il corso di formazione, oltre a negare ogni coinvolgimento e responsabilità. L’a.o. e l’assessorato alla Sanità del Lazio hanno diffidato il Saifip per questa fuga in avanti.
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