L’educatore socio sanitario merita riconoscimento

L’educatore socio sanitario merita riconoscimento

Oggi la Legge di Bilancio è in discussione al Senato e la battaglia per i riconoscimenti professionali è aperta

Oggi e domani c’è il rischio che la figura dell’educatore socio sanitario perda riconoscimento, e venga considerata soltanto la figura dell’educatore socio pedagogico. E così Legacoopsociali scende in campo per difendere i diritti di una figura professionale che merita di essere riconosciuta e che non può restare semplicemente un “sanitario” vecchia maniera.

 Si chiede pertanto, nella Legge di Bilancio attualmente in discussione, un intervento urgente ed efficace per risolvere le difficoltà e le contraddizioni emerse in merito al processo di riqualificazione della figura dell’educatore professionale.

Il percorso di riforma “la cosiddetta legge Iori” ha trovato parziale accoglimento nella legge finanziaria dell’anno 2017 (art. 1, commi dal 594 al 601, della legge 205/2017), ma allo stato attuale la soppressione al Senato di un emendamento già approvato alla Camera mette a repentaglio la sorte di oltre 150.000 educatori e il futuro dei servizi nei quali operano da anni concorrendo all’affermazione di eccellenze italiane, quali i percorsi di deistituzionalizzazione in ambito psichiatrico.

Se l’emendamento non passa si avranno ricadute sia sul fronte dei lavoratori, dei servizi e delle cooperative che li gestiscono: oltre 150.000 educatori rimarrebbero sprovvisti del “titolo” ad operare in servizi socio-sanitari (psichiatria, dipendenze, sanità) con il rischio di perdere il lavoro;  i servizi verrebbero depauperati di competenze ed esperienze professionali che ne hanno, in questi anni, sviluppato qualità e continuità e gli utenti dei servizi si troverebbero di fronte a repentine interruzioni di relazioni e progettualità educative;  la cooperazione sociale e gli enti del terzo settore si troverebbe a gestire un doppio danno: la perdita di personale qualificato e l’impossibilità a reperire le qualifiche necessarie, anche perché il numero chiuso nei corsi di EP nelle facoltà di Medicina è fortemente sottostimato rispetto al bisogno, oltre ai costi consistenti della tassa sui licenziamenti che si troverebbe costretta ad effettuare suo malgrado.

« Sarà nostro dovere battersi per il riconoscimento professionale del socio sanitario, sia per una questione di giustizia morale ed economica,  sia per la salvaguardia del lavoro di persone ed imprese social che in questi anni hanno contribuito attivamente a far fronte alle problematiche di una società sempre più contrassegnata da fragilità e bisognosa di figura professionali » spiega con estrema chiarezza Alberto Alberani, responsabile Legacoopsociali Emilia Romagna, nonchè vicepresidente nazionale Legacoopsociali.

Carmen Cretoso

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