L’intervista a Ejaz Ahmad

L’intervista a Ejaz Ahmad

Secondo il giornalista pakistano la parola “immigrato” come la si intende oggi non esiste in nessun dizionario


« Siamo duecentoquaranta milioni di uomini in cammino nel mondo, in Argentina ci sono sessanta milioni di italiani, in Europa più di quaranta milioni, e ancora non risco a comprendere come solo l’immigrato africano non possa essere considerato una ricchezza ».

A parlare è Ajaz Ahmad, giornalista pakistano, residente nella capitale italiana da più di 27 anni, marito di una donna italiana e padre di due figli meticci, esperto da anni di flussi migratori, fenomeni da sempre esistiti al mondo e che hanno caratterizzato positivamente la sua vita.
« Credo che potersi spostare da un luogo all’altro sia una delle più grandi libertà di cui ogni essere umano debba disporre, e penso che sia dovere della politica battersi perchè questo diritto venga difeso, invece, siamo di fronte ad un razzismo culturale che genera ansia e paranoie»

Ahmad analizza in fenomeno dell’immigrazione e della posizione della politica odierna con una calma invidiabile. Egli è certo che tale ignoranza sia dettata dalla famosa paura dello sconosciuto e che il ruolo della famiglia in primis, della scuola e della informazione poi, siano di fondamentale importanza per soccorrere a questo decentramento della cultura europea ed umanitaria, in genere.

« Spesso quando sono con i più giovani, non di natura cattiva ma impauriti a causa di come vengono spiegati loro i fenomeni dell’immigrazione mi piace raccontare una storia senegalese che mette le paure a tacere: “una volta in Senegal un ragazzo vide in lontanza, nel deserto, un animale giungere verso di lui, ne ebbe così tanta paura da iniziare ad indietreggiare, soltanto quando l’animale avanzò a passi spediti il giovane si accorse che era in realtà un essere umano. Smise di indietreggiare e lo aspettò, una volta giunto davanti ai suoi occhi, il giovane si accorse che non era un semplice essere umano, aveva davanti a sè, suo fratello ».

Guardarsi negli occhi per scoprirsi cittadini del mondo.
« Siamo tutti gli immigrati di un popolo, e non è giusto, perchè dobbiamo convincerci che siamo tutti una ricchezza per l’altro» conclude Ahmad, in occasione della giornata mondiale dell’immigrazione che si commemora oggi.

Carmen Cretoso

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