La Corte d’Appello ha respinto il ricorso del Comune di Lodi e confermato che è l’Isee lo strumento generale di accesso alle prestazioni sociali
Negli ultimi anni Lodi è salita più volte agli onori della cronaca per le scelte politiche che penalizzavano cittadini stranieri. In una delibera dell’estate 2017 l’amministrazione impediva sostanzialmente ad oltre duecento bambini stranieri di pranzare alle mense scolastiche e di utilizzare i servizi di scuolabus. La notizia varcò i confini nazionali. La giunta della cittadina lombarda decise di escludere dalle prestazioni sociali comunali gli stranieri che non potessero comprovare la situazione economica nel Paese d’origine.
Già nel dicembre 2018 il Tribunale di Milano aveva accolto il ricorso di Asgi e Naga, dichiarando discriminatoria l’ordinanza del Comune di Lodi. Il giudice aveva ordinato al Comune di modificare il regolamento sull’accesso alle prestazioni sociali agevolate, in ottemperanza del Dpcm 159/13 che ha parificato i diritti dei cittadini stranieri a quelli degli italiani in termini di prestazioni sociali. Ma al Comune di Lodi la scelta non era andata gi ed aveva presentato ricorso. Nella giornata di ieri la Corte d’Appello di Milano ha respinto l’appello. Si tratta del primo caso di pronunciamento di una Corte d’Appello su questa tematica.
La Corte d’Appello ha confermato che è l’Isee lo strumento generale di accesso alle prestazioni sociali. «Italiani e stranieri – si legge nel comunicato dell’Asgi – devono essere trattati in maniera uguale: uguali nel dovere di fornire alla pubblica amministrazione tutte le notizie richieste sui loro redditi e patrimoni; uguali nella soggezione a verifiche, ma uguali prima di tutto nel diritto di accedere alle prestazioni sociali senza essere vittime di pretese irragionevoli e, soprattutto, contrarie alla legge dello Stato».