La giovane napoletana è affetta da una rara forma di leiomiosarcoma inoperabile
Musicista, cantante. Per diversi anni della sua giovinezza ha allietato eventi privati, eventi in radio e tv locali con la sua voce. Dal 2018 Maddalena Imperato non può più esibirsi. Fa fatica a causa di una rara forma di leiomiosarcoma. Una forma inoperabile della malattia aggravata da un linfoma e dall’anemia da distruzione di globuli rossi. Alcune metastasi hanno già colpito a livello osteomidollare. L’unica speranza che ha Maddalena per cercare di recuperare la sua vita è una cura sperimentale. Cura molto costosa. Per questo la giovane ragazza della provincia di Napoli ha lanciato una raccolta fondi per chiedere aiuto nel sostenere le spese mediche.
Una malattia che ha scoperto di avere quasi tre anni fa. Un anno dopo aver messo alla luce la sua bambina. «Già in gravidanza avevo dei valori alterati nelle analisi del sangue. Ma non ho potuto fare degli approfondimenti perché gli esami sarebbero stati troppo invasivi ed avrei potuto perdere la bambina», racconta a dalSociale24 Maddalena Imperato. Subito dopo aver partorito, il 14 agosto 2017, ha iniziato degli esami più approfonditi. Molti gli accertamenti ai quali Maddalena si è sottoposto per cercare di capire quale fosse il problema di salute che la attanagliasse.
«Questa scoperta ha influito molto sul mio lavoro. Ho avuto delle metastasi all’anca, al femore. Ho bisogno di muovermi con l’ausilio di un bastone. Non ho potuto più esibirmi. Poi il Coronavirus ha peggiorato la situazione già faticosa», sottolinea Maddalena. In questi anni gli accertamenti alla clinica Ruesch, a Villa Angela, all’Ascalesi (all’epoca ancora in funzione), al Cardarelli. Tutt’oggi i medici di Maddalena sono quelli dell’ospedale napoletano. Da qualche settimana però la trasfusione deve andare a farla al Moscati di Avellino perchè il reparto dov’è in cura al Cardarelli è stato riassegnato ai pazienti Covid.
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La radioterapia non aveva dato gli effetti sperati. Anzi, ha causato un’anemia da distruzione di globuli rossi. Maddalena era stata anche all’Istituto oncologico dei tumori di Milano. Anche lì hanno confermato l’inoperabilità. Ha dunque proseguito con la chemioterapia. Nel braccio ha un catetere venoso Picc che serve per iniettarle, quasi ogni giorno, le sieroproteine come calcio ed albumina. Avrebbe dovuto sottoporsi ad uno step più invasivo di chemio, ma non può per gli altri problemi riscontrateli. L’unica sua possibilità per rallentare questa malattia degenerativa è una cura sperimentale della durata di un anno con dei farmaci che rallentano il decorso.
«Vorrei solo riuscire a guarire per dare un futuro migliore alla mia bambina», chiosa Maddalena.
Ciro Oliviero