Quando è in gioco la democrazia

Quando è in gioco la democrazia

Dal dossier 2021 “Le mani sulle città” di Avviso Pubblico, che al 31 dicembre 2021 sono 27 gli enti sotto amministrazione giudiziaria

Dal 1991 ad oggi sono stati 365 i decreti di scioglimento di enti. Nei trent’anni dall’approvazione degli articoli 143 e seguenti del Testo unico degli enti locali sono stati 275 gli enti sciolti e 6 le aziende sanitarie ed ospedaliere. Tra questi figurano enti locali sciolti perfino tre volte (18) e due volte (52). Le regioni coinvolte sono Calabria (per il 15esimo ano consecutivo la regione con il più alto numero di provvedimenti), Campania, Sicilia, Puglia, Piemonte, Liguria, Lazio, Basilicata, Lombardia, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. Foggia è il secondo capoluogo di provincia sciolto per infiltrazioni mafiose dal 1991. Marano di Napoli è il primo ente locale ad essere stato sciolto in quattro occasioni (1991, 2004, 2016, 2021).

Numeri impressionanti quelli presenti nel dossier 2021 “Le mani sulle città” di Avviso Pubblico. Il documento conferma il rapporto tra mafia e politica. «Un rapporto storico quello tra mafia e politica, che risale in pratica già all’800», ha spiegato lo storico delle organizzazioni criminali Enzo Ciconte nel suo intervento alla presentazione del dossier. Guardando la composizione politica dei Comuni sciolti nel 2021 si scopre che in 8 casi si trattata di liste civiche. Negli altri sei casi, le giunte erano di centrosinistra (4) e centrodestra (2). In alcuni casi sono solo gli amministratori ad essere coinvolti. Nella maggior parte delle inchieste però finiscono anche gli organi dell’apparato burocratico. Nel computo totale superano gli amministratori con 111 indagati contro 92.

I settori maggiormente interessati sono edilizia, urbanistica, tributi locali, seguiti da beni confiscati, rifiuti solidi urbani, abusivismo edilizio. Al 31 dicembre 2021 sono 27 gli enti sotto amministrazione giudiziaria, di cui 9 in Sicilia ed 8 in Calabria. Secondo l’ex capo della Procura di Palermo, Giancarlo Caselli, «la magistratura colpisce soltanto il lato più evidente e non si occupa anche della zona oscura, delle relazioni esterne, non fa il suo dovere. E il problema non sono solo questi rapporti, ma una fortissima corrente di pensiero che possiamo chiamare negazionista o riduzionista, che non fa altro che legittimare questi rapporti, facendo un pessimo lavoro per la nostra stessa democrazia».

@dalsociale24

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