I dati della ricerca dell’associazione daSud
Lo scorso novembre l’associazione antimafia daSud ha lanciato l’inchiesta partecipata #MaiDireMafia. Un lavoro che vuole mappare il potere criminale a Roma. In occasione del 28 anniversario della strage di Capaci daSud ha pubblicato una ricerca sulla percezione del fenomeno mafioso in relazione alla droga e alla sicurezza tra gli studenti romani. L’indagine è parte di quel lavoro avviato a dicembre.
Il 71 per cento del campione intervistato ritiene che le mafie a Roma siano molto o abbastanza radicate. Il 54 per cento però crede che quelle maggiormente presenti siano le mafie straniere. La camorra è seconda secondo il 42,6 per cento. Poi la mafia siciliana (38,7%), la ‘ndrangheta (28,5%) e la Sacra Corona Unita (9,8%). Solo il 13,5 per cento ha citato clan autoctoni. I più conosciuto sono i Casamonica, seguiti dagli Spada e la banda della Magliana. Solo 12 dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni intervistati hanno fatto riferimento a Mafia Capitale.
Indicativi anche i dati relativi alle azioni criminali che gli studenti romani riconoscono sul territorio. La principale attività illegale richiamata è lo spaccio di droga (28,9%). Il lavoro nero è indicato dal solo 13,7%. Ancora meno fanno riferimento a corruzione di dipendenti pubblici (9,6%), pizzo (8,8%), il riciclaggio del denaro sporco. Ultimi gli attentati intimidatori (2,3%) ed usura (2%).
Numeri che lasciano intendere la poca conoscenza degli studenti romani delle mafie autoctone. Nelle conclusioni della ricerca daSud indica tre motivi di questi rilevamenti. Il primo è che gli adolescenti sono poco ascoltati. In secondo luogo, nonostante i numeri progetti sulla legalità, l’antimafia e la cittadinanza, è un tema ancora poco presente nelle scuole. Infine gli studenti non rispecchiano altro che la società romana. Anche a seguito delle sentenze della magistratura anche gli adulti faticano ad ammettere la presenza e il ruolo crescente dei clan a Roma.