Marche, l’orto sociale in carcere

Marche, l’orto sociale in carcere

I detenuti sono coinvolti nella gestione autonoma di spazi da coltivare

La cura delle terra può essere terapeutica. Può far dimenticare per qualche ora le sofferenze, le difficoltà. Come nel caso degli orti sociali gestiti dai detenuti. L’Orto sociale in carcere nelle Marche è stata avviata dalla Regione Marche e dall’amministrazione penitenziaria Emilia Romagna-Marche nel 2014 presso la casa circondariale di Ancona Barcaglione. Nel 2019 il percorso è stato esteso al carcere di Marino del Tronto.

Riscontro positivo, tanto che lo spazio da coltivare presso la struttura di
Ascoli Piceno è stato raddoppiato grazie ad Assam, l’Agenzia regionale per i servizi agricoli. L’inaugurazione ha avuto luogo giovedì 27 agosto con la piantumazione di colture invernali come broccoli, cavolfiori, insalate, verze. All’appuntamento hanno preso parte la vicepresidente della Regione Marche Anna Casini e il direttore del carcere Eleonora Consoli.

Un percorso di inclusione che ha lo scopo di portare i detenuti coinvolti alla gestione autonoma di uno spazio da coltivare. I frutti della terra potranno essere consumati dagli stessi affidatari dell’orto sociale. Obiettivo delle istituzioni coinvolte è replicare l’esperienza anche nelle case circondariali di Ancona Montacuto e Pesaro.

Redazione
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