La capomissione di Mediterranea, Laura Marmorale, denuncia che c’è chi chiede dai 140 ai 160 euro a persona per accompagnare gli ucraini alla frontiera
Prezmysl è una città polacca a pochi chilometri dal valico di frontiera tra con l’Ucraina. Un punto di passaggio per arrivare a Medyka. Qui ha fatto tappa la carovana di Mediterranea Saving Humans partita da Napoli e Bologna nei giorni scorsi. Dopo 26 ore di viaggio la carovana Safe Passage in Ukraina è arrivata al centro profughi installato nelle ultime settimane presso un ex centro commerciale. Lì ha scaricato una parte degli aiuti umanitari portati dall’Italia. Una tappa necessaria, in quanto nell’ultimo giorno le autorità polacche hanno chiuso il valico di Medyka, per una riorganizzazione del sistema di accoglienza. Questa procedura ha rallentato drasticamente il flusso migratorio verso la Polonia.
Molti cittadini ucraini stanno contattando i volontari della missione per chiedere un passaggio sicuro in Italia. Ma c’è un ulteriore intoppo. Come ha denunciato la capomissione di Mediterranea, Laura Marmorale, «in molti che sono appena usciti dall’Ucraina o che sono ancora a Leopoli e ci hanno contattato per avere un passaggio sicuro, ci hanno spiegato che in tanti, sia polacchi che ucraini, con auto e mezzi di trasporto, chiedono dai 140 ai 160 euro a persona per accompagnarli alla frontiera». Un terribile fenomeno di speculazione tra le persone che scappano dalla guerra. «C’è chi lucra sulla vita di queste persone, esattamente come i trafficanti di esseri umani in Libia. I profughi di guerra ucraini godono, purtroppo a differenza di altri, del libero passaggio nell’Unione Europea, chiedere soldi a chi scappa dalla devastazione è una pratica da criminali. Le autorità internazionali devono vigilare sulla speculazione nei confronti di queste persone», ha aggiunto la Marmorale.
I volontari e gli attivisti di Mediterranea procederanno alla mappatura del bisogno delle persone ospitate nel centro profughi di Prezmsyl e Hala Kijowska, per organizzare il viaggio in Italia e rientrare il prima possibile con il maggior numero di cittadini ucraini in fuga dal conflitto.
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