Nel 1860, il governo Cavour pubblicò un regolamento sulla prostituzione, che fu esteso a tutte le province annesse al Regno. La legge non serviva esclusivamente per il motivo ufficiale che le fu dato, ovvero a prevenire la riacutizzazione della sifilide nell’esercito piemontese in guerra. Il regolamento del governo Cavour era un vero e proprio strumento di controllo sulle donne da parte della società. Con la legge 75 del 20 febbraio 1958 lo Stato ha cercato di eliminare il fenomeno della schiavitù della donna ai fini dello sfruttamento sessuale. In sei mesi furono chiuse 560 case chiuse.

Partendo da questo fatto storico Nartea ha messo in piedi Meretrices – Tra le pieghe dell’ipocrisia. Lo spettacolo torna in scena sabato 23 novembre alle 20 presso il Club55 di via Toledo 55, in quella che un tempo era l’antica strada dei bordelli. Nartea racconta storie e personaggi di una Napoli scabrosa e dimenticata. Scritto e diretto da Febo Quercia, lo spettacolo è interpretato da Chiara De Girolamo, Annalisa Direttore, Peppe Romano, Katia Tannoia, con Biagio Tearracciano al pianoforte ed i costumi di Antonietta Rendina.

A 61 dalla legge Merlin la questione torna attuale grazie alla conferma della validità arrivata il 6 marzo dalla Corte Costituzionale. «Ai giudici – ha detto Quercia – è stato chiesto di valutare se la Merlin potesse costituire una violazione del principio della libertà di autodeterminazione della donna, questione che era stata sollevata nell’ambito del processo per il reclutamento di presunte escort destinate a cene galanti con Silvio Berlusconi. L’organo giudiziario ha concluso che le questioni sulla legittimità costituzionale della legge non hanno fondamenta: la Merlin è restata in vigore com’era. Ma l’opinione pubblica su questo tema resta ancora molto divisa, anche per questo motivo abbiamo deciso di riportare in scena questo lavoro teatrale».