Microplastiche negli ambienti marini protetti

Microplastiche negli ambienti marini protetti

Lo studio rivela la presenza di microplastiche arriva dall’Irlanda in 79 habitat quali aree speciali di conservazione ed aree di protezione speciale su 87

Le microplastiche nei mari sono in aumento. Le fonti sono molteplici, compresi i vestiti che vengono lavati in lavatrice. La notizia è emersa due anni fa da un lungo studio dei ricercatori dell’Ipcb Cnr di Pozzuoli che nel 2014 hanno vinto un progetto Life sull’ambiente dell’Unione europea. Da allora hanno portato avanti uno studio sulle strategie di mitigazione del rilascio di microplastiche da rifiuti sentitici. Ora un altro studio sull’inquinamento da microplastiche arriva dall’Irlanda. Due anni di campionamenti ed analisi in 87 habitat quali aree speciali di conservazione ed aree di protezione speciale sulla costa dell’Irlanda. hanno dimostrato che ben 79 di queste sono inquinate da microplastiche. Questo studio conferma che le lavatrici sono tra i primi veicoli di diffusione delle microplastiche assieme a lavandini e docce.

Dallo studio irlandese emerge che il 34 per cento delle microplastiche proviene dal polipropilene, il 26 dal polietilene tereftalato ed un ulteriore 26 per cento dal polietilene. L’abbigliamento sportivo è il primo materiale dal quale si staccano. A seguire le attrezzature per la pesca. Per queste ultime la motivazione è però da ricercare anche in una cattiva gestione dei rifiuti. Le microplastiche non solo danneggiano l’ambiente, ma vengono ingerite anche da pesci ed altri animali marini e dunque finiscono anche sulle tavole.

@dalsociale24



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