Lo ha affermato una portavoce dell’esecutivo dell’Ue
Nel 2018 l’Ungheria ha approvato una legge che criminalizza le attività a sostegno dei richiedenti asilo. Nel luglio di quell’anno l’Unione europea aveva inviato una lettera al governo di Budapest chiedendo spiegazioni rispetto a quella che è stata definita la legge stop Soros. Per l’Ue la risposta non è stata soddisfacente e per questo «la Commissione europea ha deciso di deferire l’Ungheria alla Corte di giustizia dell’Ue», ha riferito una portavoce dell’esecutivo comunitario.
«La commissione ha inviato un avviso motivato a gennaio 2019 e dopo aver analizzato la risposta delle autorità ungheresi ha deciso di riferire l’Ungheria alla Corte», ha aggiunto la portavoce. La Commissione ha poi avviato una nuova procedura di infrazione nei confronti del Paese dell’est Europa perché si è rifiutato di dare cibo alle persone in attesa di rimpatrio nelle aree predisposte al confine con la Serbia.
La portavoce della Commissione europea ha evidenziato che «il soggiorno obbligatorio in queste zone non è conforme alla direttiva europea». Così come non è conforme alle direttive la scelta di non conferire alimenti ai migranti in attesa di rimpatrio. Queste decisioni del governo ungherese non rispettano quanto previsto dalla «Carta dei diritti fondamentali Ue e ciò spiega il perché è stato avviato il primo passo della procedura», spiega la portavoce.