L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione ha provato più volte a fare chiarezza sui migranti, sottolineando che il problema è il Regolamento di Dublino. L’ultima volta stamattina, attraverso le parole di Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell’Asgi, il quale ha dichiarato a Il Foglio che «sono anni che cerchiamo di spiegare perché dietro alle vicende che squassano l’Europa c’è essenzialmente il Regolamento di Dublino. Tutti parlano di Schengen ma il problema è il Regolamento, che risponde a una logica finita da molti anni». Il problema dell’Europa dunque c’è, è centrale, ma non viene messo al centro del dibattito che si articola esclusivamente su attacco e difesa delle persone. Dei singoli (politici) o dei gruppi (migranti).

«E’ del tutto evidente: si vuole che il problema rimanga aperto, in modo da poterlo strumentalizzare; se fosse risolto, verrebbe meno l’impianto sovranista», racconta Schiavone, aggiungendo che «la ripartizione delle quote anche in prospettiva dovrebbe alleggerire il nostro paese. Sarebbe un approccio diverso, perché varrebbe un principio di responsabilità e di obbligo per tutti. Ma ciò che fa bene al nostro paese, fa male all’ideologia».

Stamattina la Lega torna ad attaccare l’Europa. Questa volta attraverso la voce di Angelo Ciocca, l’europarlamentare che colpì con la scarpa i documenti di Moscovici. Ai microfoni di Radio Cusano Campus Ciocca che
«l’Europa che non è in grado di ordinare a Malta di far sbarcare quei migranti».

Intanto i 49 migranti sono ancora in mare senza sapere dove e quando sarà garantito loro il diritto di sbarcare. Anche se potrebbero sbarcare in Italia in quanto i porti sono aperti, come ha chiarito ancora una volta Gregorio De Falco, senatore indipendente, ex 5S, e a lungo a capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno, che «in mancanza di un provvedimento adottato dal ministro dei Trasporti ai sensi dell’articolo 83 del Codice di navigazione, i porti restano ovviamente aperti. Dunque le autorità portuali hanno fondate ragioni per ritenerne irregolare la chiusura».




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