Nel capoluogo lombardo si è celebrata la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Lo scorso anno oltre 40mila persone erano scese in piazza a Napoli per gridare che la mafia è una montagna di merda. Quest’anno, la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie si è celebrata a Milano. Oltre 70mila persone da tutta Italia hanno affollato le vie del capoluogo lombardo, da corso Venezia fino a piazza Duomo. Dal palco don Luigi Ciotti ha sottolineato che «è possibile un mondo senza mafie, un mondo di verità e giustizia». Il fondatore di Libera ha aggiunto che «la cattura di Messina Denaro è un fatto importante, ma pur sempre la tappa di un cammino ancora lungo».
Nel suo lungo discorso dal palco don Ciotti ha poi ricordato le vittime di Cutro. «Le mafie vincono dove la vita naufraga, dove la coscienza si inabissa e annega. I migranti morti, lasciatemelo dire con sofferenza, sono la coscienza sporca di un occidente che volge la testa dall’altra parte, che ha tradito la secolare tradizione di civiltà, di conoscenza, di libertà e di diritti. È questa la coscienza sporca. Finché non ci sarà una presa di coscienza collettiva delle ricadute della peste mafiosa sulle vite di tutti, la lotta alle mafie non riuscirà ad estirpare il male alla radice».
Importante partecipazione da tutta Italia. Dalla Campania molti familiari di vittime innocenti. Ad accompagnarli il referente regionale di Libera, Mariano Di Palma, che ha ricordato le «215 vittime della Campania. A tutte le vittime innocenti delle quali non abbiamo ancora giustizia, va la nostra memoria ed il nostro impegno quotidiano. In questo giorno, ancor più che gli altri giorni dell’anno. Libera Campania ha risposto presente con centinaia di cittadini, volontari, familiari di vittime che hanno inondato Milano».
Nelle stesse ore il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato a Casal di Principe, nella città che vide la morte di don Peppe Diana, una delle oltre mille vittime innocenti delle mafie. Lui stesso familiare di vittima, fratello di Piersanti, ucciso nel giorno dell’Epifania del 1980, quand’era presidente della Regione Siciliana. La visita alla tomba di don Peppe, l’incontro con i fratelli del sacerdote Marisa ed Emilio, con i familiari di altre vittime innocenti. Nel suo discorso il ricordo Francesco Pio, il giovane ucciso pochi giorni fa a Napoli. «La lotta alle mafie riguarda tutti, ciascuno di noi. Non si può restare indifferenti, non si può dire: non mi riguarda. O si respingono con nettezza i metodi mafiosi o, anche inconsapevolmente, si rischia di diventarne complici. Battere la mafia è possibile», ha detto Mattarella.
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