Il progetto, realizzato con il contributo di Unicredit foundation, ha coinvolto 250 studenti di tredici tra licei e accademie di moda
L’industria tessile utilizza oltre 98 milioni di tonnellate di materiali non rinnovabili ogni anno. Tra questi petrolio, fertilizzanti, prodotti chimici. Consuma inoltre circa 93 miliardi cubi di acqua. Scarica negli oceani circa 500 mila tonnellate di fibre di microplastica. Un settore che può essere riconvertito. Come dimostrano le decine e decine le esperienze di moda sostenibile che arrivano da ogni parte del mondo. Ma quello ambientale non è l’unico aspetto sociale on cui la moda deve fare passi in avanti. Anche quello dei modelli sbagliati è un aspetto assai importante.
Tutti utilizzano vestiti. Tutti possono avere dei riferimenti nel campo dellabmoda per questo il settore deve parlare a tutti. Essere inclusiva. Come ha provato a fare la Torino Fashion Week tesutasi dal 6 al 14 luglio nel capoluogo piemontese. Attraverso il progetto Diritto all’eleganza la Uildm ha portato, per il terzo anno di fila, abiti per persone con disabilità fisica. Soprattutto persone in carrozzina. 23 outfit indossati da altrettante persone con disabilità. Un’iniziativa capace di sensibilizzare sul mondo della disabilità e sull’inclusione sociale dei disabili.
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Il progetto, realizzato con il contributo di Unicredit foundation, ha coinvolto 250 studenti di tredici tra licei e accademie di moda. Senza limiti geografici. Da Torno a Napoli, passando per la capitale della moda italiana, Milano, con il confronto con le sezioni locali della Uildm.
«È stata una bella esperienza partecipare alla sfilata, ero molto emozionata sulla passerella perché avevo tutti gli occhi degli spettatori puntati addosso. Grazie a questo progetto ho capito che si può essere eleganti indossando abiti comodi e stando seduti su una carrozzina», ha sottolineato Federica Aricò della Uildm Torino e dell’Accademia di Moda e Couture Torino Aiem.