Musumeci ordina nuovi inceneritori

Musumeci ordina nuovi inceneritori

La Commissione europea vieta che nel Pnrr vengano inseriti progetti non il linea con il Green Deal come inceneritori e impianti di estrazione del gas

La notizia della progettazione di due termoutilizzatori in Sicilia – nuovo nome per indicare i termovalorizzatori – da parte del governatore Musumeci ha scosso non poco le associazioni ambientaliste e la politica locale e nazionale. Come ha dichiarato in un intervento di fine seduta il senatore M5S Fabrizio Trentacoste «con un nome roboante “Piattaforma di recupero risorse idriche tramite essiccazione di fanghi da depurazione e recupero energia termica dalla parte secca”, viene camuffato un inceneritore che brucerà fanghi essiccati, provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue». L’inceneritore a cui fa riferimento il senatore pentastellato è quello in provincia di Enna, in località Dittaino.

«Venga fatta subito chiarezza sulla vicenda e si blocchi questa oscura visione del futuro della Sicilia che hanno Musumeci e i suoi assessori. Non è questo il tipo di sviluppo che vogliamo per il nostro territorio», questo l’appello ribadito oggi in conferenza stampa dal portavoce M5S e membro della commissione agricoltura e componente della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Interviene anche il deputato alla Camera, vicepresidente della commissione Attività produttive Andrea Giarrizzo: «La problematica più importante che ci è stata sottoposta sin dal nostro insediamento è lo spopolamento del nostro territorio. Tantissime persone, tantissime famiglie, in questi anni, sono emigrate alla ricerca di opportunità lavorative. Questo inceneritore, non tocca soltanto le nostre sensibilità, ma penalizza la crescita del territorio, quella vera, quella che auspichiamo sin dal nostro insediamento. Per questa ragione ci siamo mossi su un insieme di misure per consentire una rinascita del territorio».

Interviene sull’avvento del nuovo inceneritore in Sicilia anche Legambiente che in una nota specifica che «non accettabile l’idea che i fanghi da depurazione debbano essere trattati tutti alla stessa maniera senza distinzioni, ovvero con il loro incenerimento. I fanghi di buona qualità e idonei all’agricoltura devono essere destinati ad altro tipo di impianti che ne prevedano il recupero e riutilizzo sui campi».

Intanto, la commissione europea vieta che nel Pnrr vengano inseriti progetti non il linea con il Green Deal come inceneritori e impianti di estrazione del gas. La Sicilia rischia una nuova sanzione. E il Governo cosa ne pensa?

@dalsociale24

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