Napoli, Tari ridotta a beni confiscati

Napoli, Tari ridotta a beni confiscati

Con una delibera di giunta dello scorso 12 dicembre, il Comune riduce la parte fissa e variabile della tassa sui rifiuti

Un mese fa il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, aveva sottolineato che i Comuni sono in difficoltà nella gestione dei beni confiscati. Difficoltà economiche, in quanto la gestione, in molti casi, è assai onerosa. Dalla ristrutturazione alle utenze. Queste ultime pesano gravemente anche per gli enti gestori. Associazioni e cooperative devono far fronte ad una serie di spese ingenti nella gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. A Napoli ora saranno facilitati, quantomeno sul pagamento della Tari. Con una delibera di giunta dello scorso 12 dicembre, si riduce dell’80 per cento la parte fissa e variabile della tassa sui rifiuti.

I consiglieri comunali Catello Maresca e Nino Simeone hanno sottolineato che «ci siamo battuti a favore di tante realtà del terzo settore che non riuscivano più a sostenere i costi della tassa comunale sui rifiuti. Si tratta di un passo importante, di cui ci compiacciamo e di cui siamo particolarmente fieri perché dimostra la concreta applicazione della cultura della legalità da parte dell’amministrazione verso quelle realtà del terzo settore che operano con finalità sociali attraverso un’azione quotidiana di contrasto alla criminalità organizzata e che, a nostro parere, non possono perciò essere vessate da gabelle esose. A maggior ragione poiché questi enti svolgono una funzione di recupero e rifunzionalizzazione dei beni che vengono loro assegnati, creando sviluppo per il territorio e la comunità», concludono i due consiglieri.

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Sulla questione si è espressa anche Libera Campania. Interpellato da dalSociale24, uno dei due coordinatori regionali, Federico Esposito, ha detto che «la scelta del Comune di Napoli di tagliare dell’80 per cento la Tari sui beni confiscati va nella giusta direzione. La restituzione alla collettività dei beni passa anche per azioni amministrative e politiche significative, sia sul piano fattivo che come posizione politica. La gestione dei beni immobili confiscati alle mafie è molto onerosa, soprattutto per le associazioni e le piccole cooperative, che rappresentano la maggioranza degli enti gestori. Il prossimo passo deve essere la gestione dei fondi del Pnrr relativi agli enti del terzo settore».

@dalsociale24

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