Una parte della narrazione mainstream che si fa in questo Paese attorno alle mafie le radica ancora esclusivamente nel Mezzogiorno. Le inchieste della magistratura, i processi, hanno sfatato ormai da anni questo modo di raccontare le mafie. Una narrazione diversa la fa da anni l’Emilia-Romagna. Sono diverse le realtà emiliane che raccontano il fenomeno della criminalità organizzata nella regione.

Da domani a Bologna un nuovo percorso di formazione e confronto tra generazioni diverse e diverse professionalità che sul territorio fanno impresa e alimentano un’economia sana. Si tratta di “Narrare le mafie. Sguardi sul contemporaneo tra azioni di contrasto e valorizzazione della cultura della legalità”, un progetto del Comune di Bologna, realizzato nell’ambito di un Accordo di programma con la Regione Emilia-Romagna sostenuto dalla Legge regionale n. 18/2016, in collaborazione con Avviso Pubblico e la Fondazione Cineteca di Bologna.

Sette gli appuntamenti fino al 12 dicembre. I temi scelti vanno dal caporalato alla corruzione nella pubblica amministrazione, dalle ecomafie al rapporto tra mafia, giovani e musica trap. Domani alle 16 nella biblioteca dell’Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna l’incontro Il caporalato tra nord e sud Italia. Relatori il capo dipartimento legalità della Flai Cgil Jean Renè Bilongo, il sociologo Leonardo Palmisano, il segretario Flai Cgil Emilia-Romagna Umberto Franciosi.

Evento conclusivo il 9 dicembre al teatro Duse con lo spettacolo gratuito Lei, prodotto da Caracò teatro, Luce narrante, con la regia di Alessandro Gallo, in collaborazione con Casa delle donne per non subire violenza – progetto Oltre la strada. Uno spettacolo che porta in scena storie di ordinaria violenza, tra schiavitù nei campi, viaggi accartocciati con altri corpi, la ribellione allo sfruttamento e gli inganni che sono costrette a vivere e a subire le donne vittime della tratta.