L’appello sui temi di 25 realtà sociali e del terzo settore
Sociale, ambiente, riforma della macchina comunale, valorizzazione degli immobili di proprietà comunale, emersione delle lavoro sommerso, mobilità urbana, investimenti nella ricerca, nell’arte e nella cultura. Sono i setti punti contenuti nel documento Napoli può presentato da Nea-Polis, il neonato gruppo di realtà sociali napoletane. Un documento da sottoporre ai candidati sindaco di Napoli. Dall’associazionismo al volontariato, dalla cooperazione sociale al privato non-profit. Sono venticinque le realtà, in rappresentanza di 1.045 lavoratori e lavoratrici, che hanno sottoscritto il documento.
I firmatari sono Amici di Peter Pan, Aps Amici Museo del Mare, Associazione Dream Team Donne in Rete perla Ri-Vitalizzazione Urbana APS, Associazione Quartieri Spagnoli, Astra, Cor/Relazioni, Chi rom e chi non. Circolo «La Gru» di Legambiente di Scampia, Network educativo Dalla Parte Dei Bambini, Dedalus, ECOart, E.r.a., Foqus, IF-ImparareFare, I ragazzi della barca di carta, Irene 95, La locomotiva. II Millepiedi, Misericordia Napoli Nord, Muezzin, Oc chi aperti, L’orsa maggiore, Progetto solidale donne, Scuola di pace. San Gennaro-Fondazione di Comunità.
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Sono più di 13 mila le persone sostenute da queste realtà nell’ultimo anno. Dalle persone con disabilità a quelle in condizioni di povertà e fragilità sociale. Realtà che intendono dare il proprio contributo in questa fase pre elettorale. Sui temi, parlando di programmi, prima di nomi. Una necessità che nasce «considerando la situazione di estremo disagio sociale che caratterizza la città: diseguaglianze crescenti, enormi fragilità in vasti strati della popolazione, povertà diffuse, numerosi quartieri completamente dimenticati ed ormai di fatto segregati dal resto della città», spiegano le organizzazioni.
Il senso del loro impegno sta nella convinzione che «il Terzo Settore – si legge nel documento – costituisca una potenziale, decisiva leva di cambiamento e quindi si percepiscono come soggetti politici autonomi, non destinati a delegare ad altri la propria rappresentanza». Ma, chiarisce Nea-Polis, di non volere poltrone.
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