La protesta è stata lanciata dal gruppo di genitori no dad campano Usciamo dagli schermi
I no dad della Campania sono stati sin dallo scorso anno tra i più agguerriti. Tanto da portare, come aveva fatto la Lombardia, la didattica a distanza in tribunale. Ottenendo anche parere favorevole in giudizio. Dopotutto questa è la regione dove c’è stato il più basso tasso di didattica in presenza dall’inizio della pandemia. Come previsto dalle disposizioni dell’ente di Santa Lucia. Sabato pomeriggio, come preannunciato nella diretta social dello scorso venerdì il presidente della Regione Campania ha firmato l’ordinanza che imponeva l’obbligo della dad per le scuole di ogni ordine e grado. Strada che, come sottolineavamo stamattina, potrebbe presto percorrere anche la Regione Lazio.
In risposta alla decisione di Vincenzo De Luca i genitori no dad della Campania hanno proclamato due giorni di sciopero. Protesta che consiste nella disconnessione per martedì 2 e venerdì 5 marzo. A renderlo noto il gruppo no dad campano Usciamo dagli schermi. All’iniziativa prendono parte anche altri comitati campani. «È ormai conclamata evidenza scientifica che la didattica a distanza non solo non è scuola, ma ha effetti devastanti sull’apprendimento e sulla tenuta psichica dei nostri figli e delle nostre figlie». Meno di un mese fa avevamo riportato uno studio olandese che sottolineava i danni psicologici causati dalla dad.
«Se la dad è il pretesto per dire che la scuola non ha chiuso né chiuderà mai, allora disconnettiamoci. Perché la scuola ha chiuso, ma noi ci rifiutiamo di recludere, ancora una volta, i nostri figli e le nostre figlie dietro ad uno schermo che li spegne giorno dopo giorno, lasciandoli prede della distrazione, della demotivazione, dell’ansia, dell’apatia. Ci rifiutiamo di accettare – ribadiscono – una chiusura decisa ancora una volta senza una reale motivazione epidemiologica e fuori dal quadro normativo nazionale. Ci rifiutiamo di sacrificare il diritto all’istruzione sull’altare dell’interesse politico e di un uso strumentale dell’emergenza sanitaria».
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