Niente beni confiscati in campagna elettorale

Niente beni confiscati in campagna elettorale

Il direttore della Masseria Ferraioli di Afragola, Giovanni Russo, evidenzia come il tema sia assente dalla campagna elettorale

Lunedì su queste pagine, l’ex consigliere comunale di Bologna con delega alla Legalità, Giulia Di Girolamo, evidenziava come in questa campagna elettorale nessuno abbia parlato di gioco d’azzardo, corruzione e mafia. Su quest’ultimo in particolare già nelle scorse settimane, Avviso Pubblico, aveva sottolineato che «nella dialettica fra partiti il tema mafia non occupa una posizione centrale». E torna ad evidenziarlo oggi Giovanni Russo, direttore della Masseria Antonio Esposito Ferraioli di Afragola, il bene confiscato più grande dell’area metropolitana di Napoli. E men che meno si parla di beni confiscati. Anche se i «beni confiscati devono essere una risorsa strategica da destinare ai giovani, ai tessuti territoriali. Non solo per affermare il sacrosanto principio di lotta alla mafie, ma vere risorse economiche a disposizione della collettività», ha detto Russo a dalSociale24.

«Quando ascoltiamo racconti virtuosi di riutilizzo di beni confiscati, come la Masseria Ferraioli, non dobbiamo dimenticare che, a fronte di un bene restituito alla collettività, ne abbiamo altre decine abbandonate a loro stessi, che non sono oggetto di recupero, nè fonte reddito. Un’idea che deve entrare prepotentemente nell’agenda politica è che lotta alle mafie si combatte dando lavoro giusto, sano, fuori dal meccanismo corruttivo legato al malaffare», aggiunge Russo. Il tema del riutilizzo dei beni confiscati è centrale sul piano regione. In Campania, e non solo. In diverse regioni il numero di bene da destinare alla collettività è consistente, ma «questo è un tema che riguarda l’intero Paese. Soprattutto alla luce degli investimenti del Pnrr che rischiano infiltrazioni per corruzione e mafia, e di passare da opportunità a boomerang che arricchirà le organizzazioni criminali», sottolinea il direttore della Masseria Ferraioli.

Un tema che è nazionale, come dimostrano le inchieste giudiziarie. Una delle ultime, Petrolmafie, «ci consegna uno scenario di ramificazione non solo in Italia, ma in tutta Europa. Un tema vasto, che non deve essere più relegato alle regioni del sud. Dobbiamo – aggiunte Giovanni Russo – avere consapevolezza che le mafie hanno radicato tentacoli in settori produttivi, sociali e politici. E che deve essere alzato il livello di guardia. Come diceva il Presidente della Repubblica Mattarella, o si è contro la camorra o si è complici, non ci sono mezze misure».

Proprio oggi ricorre il primo anniversario della posa della prima pietra dei lavori alla Masseria Ferraioli di Afragola. Poco dopo le 10 di quel mercoledì di un anno fa, l’allora Prefetto di Napoli Marco Valentini pose simbolicamente la prima pietra della ristrutturazione della Masseria Ferraioli. Sottolineando che in sette mesi si sarebbero dovuti completare i lavori. A distanza di dodici mesi, gli affidatari del bene confiscato, attendono ancora. Da giugno 2018 la Masseria Ferraioli è destinataria di 1 milione e mezzo di euro di un Pon Legalità del ministero dell’Interno. «A distanza di un anno dalla posa della prima pietra ancora non vediamo la fine di questo percorso di restituzione», conclude Giovanni Russo.

@ciro_oliviero

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