Il ristorante aperto dal centro diurno psichiatrico FuoriPorta
La cucina come veicola di inclusione sociale e lavorativa. Non è la prima storia che si ispira a questa riflessione. L’ultima, in ordine di tempo, arriva da Perugia. Lo scorso novembre il centro diurno psichiatrico FuoriPorta ha dato vita a Numero Zero. Un ristorante diverso. Un ristorante che mette al centro le persone con problemi di salute mentale. Oltre il 50 per cento del personale è infatti formato da giovani in carico ai servizi psichiatrici territoriali. Accanto a 6 professionisti della ristorazione lavorano 8 pazienti psichiatrici. Di questi 8 pazienti psichiatrici, 3 sono contrattualizzati. Altri 5 stanno seguendo tirocini lavorativi di un anno retribuiti dal pubblico.
L’attività vuole crescere. Per questo lo scorso 23 luglio FuoriPorta ha lanciato con l’associazione RealMente e la Fondazione La Città del Sole un crowdfunding. La raccolta fondi punta a potenziare le attività dell’associazione e il lavoro dei ragazzi. Lo scopo è quello di assumere altre cinque persone. Ad oggi la campagna ha superato quota 1.600 euro. Questo percorso mira ad alimentare l’autonomia, l’integrazione e l’inclusione sociale e lavorativa dei pazienti psichiatrici.
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