L’ordinanza del presidente della Regione Puglia che vieta di lavorare tra le 12.30 e le 16 era stata preceduta dai sindaci di Brindisi e Nardò
Ogni estate le cronache riportano la morte di braccianti agricoli. Le temperature con le quali sono costretti a lavorare non sono umane. La mancanza di protezioni adeguate, di pause, in sostanza di contratti regolari (dove ci sono) mettono in serio pericolo la salute, e talvolta la stessa vita di chi si china centinaia di volte al giorno nei campi per raccogliere pomodori, frutta che finiscono poi sulle nostre tavole. Quest’anno per la prima volta si è impedito – almeno sulla carta – lo sfruttamento dei lavoratori in alcune ore della giornata. La decisione è arrivata comunque troppo tardi. Dopo la morte di Camara Fantamadi, 27enne originario del Mali, stroncato da un malore dopo aver lavorato oltre quattro ore sotto al sole cocente.
L’ordinanza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano vieta di lavorare tra le 12.30 e le 16 fino al 31 agosto. Prima della sua ordinanza avevano firmato provvedimenti similari anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ed il primo cittadino di Nardò, Pippi Mellone. Ma la questione centrale, in ogni caso, resta quella dei controlli. Come si chiede oggi il rappresentante della comunità africana di Brindisi, Drissa Kone, chi li eseguirà. «Va bene l’ordinanza con cui è stato stabilito il divieto di lavoro nei campi fino alla fine di agosto, ma non basta. La domanda è: sarà rispettata? E poi: chi controlla?», ha detto a LaPresse Kone.
Quello dei controlli è un problema atavico. O meglio dei mancati controlli. Atavico quanto il caporalato. Senza controlli i caporali possono agire indisturbati. E favorire il lavoro nero, lo sfruttamento. La necessità di controlli era stata prevista anche dal Piano triennale 2020-2022 di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato. Lo aveva ricordato proprio in un’intervista a dalSociale24 dello scorso 23 marzo la senatrice della commissione Agricoltura, Gisella Naturale. Ma si sà, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E quindi, verosimilmente, la domanda posta oggi da Drissa Kone resterà inevasa.
@ciro_oliviero
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