L’ordinanza di scarcerazione di Carola

L’ordinanza di scarcerazione di Carola

Nell’ordinanza il gip ha richiamato il diritto dinternazionale

Mentre a Napoli si chiudeva la manifestazione di solidarietà per lei, Carola Rackete veniva scarcerata dal gip del tribunale di Agrigento Alessandra Vella. Il gip non solo non ha convalidato la richiesta di arresto, ma ha escluso la violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione. Il giudice ha evidenziato che il reato di resistenza e violenza a nave da guerra non sussiste e ha richiamato la scriminante dell’articolo 51 del codice penale e diverse fonti di diritto internazionale che prescrivono l’obbligo di salvare persone in mare.

Nell’ordinanza il giudice Vella il gip ha sottolineato che la scelta della comandante Carola Rackete di dirigersi verso il porto di Lampedusa non può essere considerata come strumentale, ma obbligatoria, in quanto i porti di Libia e Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.

Nella seconda pagina dell’ordinanza il gip scrive che in base all’articolo 10 della Costituzione l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale riconosciute. Alcuni articoli del decreto Sicurezza bis, come evidenziato già da diversi giuristi che si occupano del diritto di immigrazione, sono in contrasto con determinate norme del diritto internazionale che l’Italia ha riconosciuto.

Come anticipato Carola Rackete dovrà tornare ad Agrigento il 9 luglio per l’interrogatorio davanti ai pm nel filone d’inchiesta in cui è indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Intanto la Sea Watch 3 è diretta a Licata dove resterà sotto sequestro assieme alla nave Mare Ionio di Mediterranea.

Redazione
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