Il delegato Anci all’immigrazione e sindaco di Prato Matteo Biffoni ha più volte sottolineato che nel sistema di accoglienza Sai ci sono 7mila posti
L’invasione dell’Ucraina è iniziata quattro mesi fa. Da allora sono arrivati in Italia circa 150 mila cittadini in fuga dal conflitto. Una parte è stata accolta da parenti ed amici che risiedevano già nel Paese. Un’altra parte è stata accolta attraverso dei servizi messi in campo dal pubblico e dal privato. Come nel caso di Let’s do It! Italy, che dalle prima settimane ha attivato 50 posti letti al giorno attraverso un accordo con a piattaforma di affitti brevi AirBnb. 9 mila sono alloggiati presso strutture alberghiere a spese della Protezione civile. Ma chiaramente non basta. In aggiuntaci sarebbero 15 mila posti che il governo aveva previsto attraverso il decreto Aiuti. Il bando, scaduto ad aprile, ha visto le prime firme con gli enti del terzo settore in questi giorni.
Ma perché non usufruire di alloggi che sono già pronti? Se lo chiede da tempo Matteo Biffoni, il delegato Anci all’immigrazione. Il sindaco di Prato ha più volte sottolineato che il sistema Sai sarebbe pronto a mettere a disposizione l’accoglienza diffusa per i cittadini ucraini. «Abbiamo esposto chiaramente alla Protezione civile e al ministero dell’Interno la posizione di Anci e dei Comuni», dice Biffoni. Aggiungendo che si tratta di un modello «riconosciuto come il migliore non solo in termini di risultati concreti per l’integrazione, ma anche di trasparenza e controllo». Per il sindaco di Prato «non si può chiedere ai Comuni di impegnarsi su altre forme di accoglienza quando ci sono dei posti, già proposti dagli stessi Comuni e velocemente usufruibili».
A conti fatti i Comuni avrebbero offerto quasi 7 mila posti attraverso il sistema Sai. Questo, inoltre, è l’unico percorso di integrazione dei cittadini stranieri accolti. A differenza di quanto avviene nei Cas e nei Centri di prima accoglienza, che assieme ospitano circa due terzi degli stranieri presenti nel sistema di accoglienza. Nel Sai sono invece ospitati 29.528 dei circa 89 mila stranieri accolti in Italia.
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