Il Paese dove il bullo viene accontentato

Il Paese dove il bullo viene accontentato

La speranza è che non il gesto di questi bulla non venga derubricato con 30 ore di servizi sociali da passare con persone con disabilità

«È mancata la dignità umana». Questa frase di Giulia Boniardi dell’associazione Haccade basterebbe a descrivere quanto è accaduto ieri alla stazione dei treni di Genova. Ma proviamo ad aggiungerne altre. Che siano ripetibili, è difficile. Ci vuole forza. E qui non si tratta di terzo settore, sociale, difesa dell’ultimo. O comunque non solo. E non dipende certo dal lavoro che facciamo. O dall’osservatorio dal quale leggiamo i fatti. Non si tratta di essere benestanti o squattrinati. Né di essere abituati a viaggiare in treno (come chi scrive) o in auto. Qui si tratta proprio di dignità umana (che è mancata). E anche di violazione delle norme che regolano i viaggi a bordo della compagnia di treni più antica d’Italia.

Se dei turisti – come è accaduto ieri a Genova – occupano posti che non sono loro assegnati su un treno stanno già violando quelle norme. Se occupano posti assegnati ad altri passeggeri, il fatto è ancora più grave. E non perché quei posti erano riservati a persone con disabilità (che è un’aggravante), ma perché anche se fosse stato il posto assegnato a chi scrive o ad un qualsiasi altro normodotato non sarebbe stato giustificato. Qui c’è appunto l’aggravante relativa al posto di chi erano seduti. E non mi basta la giustificazione, l’arrampicata sugli specchi di Trenitalia di aver fornito massima assistenza ai passeggeri privati del proprio diritto di usufruire di un viaggio pagato. Di aver fornito loro «un kit con snack e bevande, accompagnandoli ai servizi igienici e, successivamente, al pullman per raggiungere Milano». E neanche che l’azienda rimborserà integralmente il biglietto a tutti i partecipanti.

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Queste due azioni le reputo il minimo sindacale per un’azienda che non è riuscita a far rispettare un diritto sacrosanto di 27 passeggeri. E ripeto, non perché fossero disabili. Per me il treno regionale 3075 Albenga-Milano non avrebbe dovuto effettuare servizio viaggiatore dalla stazione Genova Piazza Principe, quella dove i turisti hanno occupato i posti prenotati dalle persone che hanno dovuto abbandonare il treno. È impensabile che neanche le forze di polizia siano potute intervenire. In casi come questi – dove la stupidità del bullo vuole averla vinta – riesco a giustificare la forza. Non bruta, chiaramente. Ma secondo il mio avviso, che non ho competenze in campo legale, gli estremi per spostare quei passeggeri che avevano occupato i posti ci potevano essere.

La denuncia di Assoutenti è l’unica azione sensata di questa vicenda. L’esposto presentato alle Procure di Genova e Milano richiama l’articolo 610 del codice penale che recita che «chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni». Non ci è ancora dato di sapere se queste persone saranno individuate. E nel caso punite come richiesto dall’associazione. La speranza è che non il loro gesto non venga derubricato con 30 ore di servizi sociali da passare con persone con disabilità. Questo ci renderebbe il Paese dove il bullo viene accontentato.

@ciro_oliviero

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