I dati Istat del 2018 (ultimi disponibili) rivelano che in Italia ci sono oltre 7 milioni di caregiver informali. Ovvero persone che si prendono cura quotidianamente dei propri familiari. Un numero importate, che rappresenta circa il 15 per cento della popolazione. L’identikit del caregiver medio dice che ha più di 50 anni e che non ha la possibilità di avere un lavoro. Ma non solo. I dati parlano di almeno 390 mila giovani impegnati in questo ruolo. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non aver ufficialmente questa figura. Una lacuna che il legislatore ha provato a colmare tra il novembre 2015 e il marzo 2016. In quel periodo sono stati presentati due disegni di legge e due proposte di Legge. Nel novembre 2017 la commissione Bilancio del Senato ha approvato all’unanimità l’emendamento che istituisce il “Fondo per il sostegno del titolo di cura e di assistenza del Caregiver familiare”.

Resta però il nodo del riconoscimento di questa figura. L’XI Commissione del Senato tiene in un cassetto il disegno di legge 1461 recante “Disposizioni per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”. Per la Federazione italiana rete sostegno e tutela dei diritti delle persone con disabilità e il Coordinamento nazionale famiglie con disabilità l’approvazione «non è più rinviabile e rappresenta un vulnus per le famiglie con disabilità, in quanto la sua assenza determina a cascata la carenza di quel procedimento giuridico – amministrativo che definisca una volta per tutte e con valenza nazionale il riconoscimento dei diritti e dei sostegni del caregiver familiare».

C’è chi però, come Fratelli d’Italia vuole l’approvazione della legge, a patto che siano apportate alcune integrazioni. Tra i punti evidenziati dai deputati Ella Bucalo e Walter Rizzetto, e la capogruppo della Commissione Affari Sociali, Maria Teresa Bellucci, la necessità di prevede un adeguato contributo economico per coloro che non entreranno mai più nel mondo del lavoro. Oltre alla promozione di misure che consentano di conciliare l’assistenza con il lavoro. E ancora il riconoscimento della figura del caregiver tra i lavori usuranti.

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