Il primo strumento internazionale che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenze
La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul, il trattato stipulato nel 2011 e voluto dagli stati membri del Consiglio d’Europa per prevenire e combattere la violenza contro le donne. Perché è così importante questo documento? La convenzione rappresenta il primo strumento internazionale, giuridicamente vincolante, che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenze ed è incentrata sulla prevenzione della violenza domestica, proteggere le vittime e perseguire i trasgressori. La Turchia, nel marzo 2012, era stata il primo paese a ratificare questo importantissimo documento. L’Italia invece, volendo fare una comparazione, ratificò il documento un anno dopo, precisamente il 10 settembre del 2013.
La Convenzione oltre a rappresentare il primo trattato internazionale a contenere una definizione di genere, definisce anche «ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini». Il Patto stabilì nello specifico «una serie di delitti caratterizzati da violenza contro le donne» fornendo agli Stati firmatari la possibilità di inserire nei propri codici penali, laddove vi fosse stato un vulnus, una nuova legislazione in materia.
Aborto forzato, sterilizzazione forzata, molestie sessuali, violenza psicologica, atti persecutori – stalking, violenza fisica, violenza sessuale, matrimonio forzato, mutilazioni genitali femminili. Questi i crimini inseriti nella Convenzione di Istanbul.
«È doloroso apprendere che la Turchia sia uscita dalla convenzione ratificata a Istanbul, la notizia porta con sé una nota di sconforto ineffabile», dichiara la senatrice M5S vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio del Senato, Cinzia Leone. «I conservatori conservatori – continua – vedono la convenzione come uno strumento ostile che addirittura alimenterebbe i divorzi mettendo in pericolo l’unità delle famiglie, una posizione che lascia sgomenti se pensiamo al numero delle donne vittime di violenze e all’escalation sui femminicidi». Sull’importanza di questa Convenzione la Leone si spinge oltre: «Mi auguro che la convenzione di Istanbul possa presto diventare una vera e propria legge e non una mera ratifica».
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